Munera 2/2021 – Grazia Marchianò >> Libertà. Variazioni di un concetto da Occidente a Oriente

La libertà è vulnerabile? La domanda che aleggia nella conversazione tra Zygmunt Bauman, il celebre sociologo e filosofo polacco (1925-2017), e Peter Haffner sollecita a riflettere sulla solidità di un concetto che nel passaggio dall’Europa alle società dell’Asia orientale subisce ingenti contraccolpi, non solo semantici. Se dal principio personalista sottolineato nella Costituzione italiana discende che «fine ultimo dell’organizzazione sociale è lo sviluppo di ogni singola persona umana, e che di conseguenza non è la persona in funzione dello Stato ma lo Stato in funzione della persona» – basta allontanarsi ad oriente dell’Eurasia per avvedersi che in Giappone e in Cina l’assunto appena citato, grazie all’impronta confuciana, si declina al rovescio, asserendo che è piuttosto la persona in funzione dello Stato.

Vivere in un mondo globalizzato, dove concetti concepiti corren- temente al singolare come Libertà, Etica, Fede, Io, Dio, sono intesi fuori dell’Occidente con accenti fortemente alternativi a quelli a noi familiari, rende consapevoli che concetti come quelli citati hanno una rilevanza meramente insulare, e che è del tutto conveniente: «apprendere l’arte dello spostamento dello sguardo, della circolazione fra i punti di vista, dell’espansione del contesto in cui sono collocate le opposizioni di partenza: è l’arte del viandante che con il suo stesso passo genera i cammini sui quali posa i piedi, o del decifratore di indizi che […] interroga ciò che incontra per decidere quale punto di vista sia più pertinente in quel particolare momento della sua storia». Se si adotta questa prospettiva, il concetto di “libertà” illustrato nelle nostre Enciclopedie filosofiche si espone al confronto con trattamenti molto diversi a seconda, ad esempio, che la libertà individuale sia considerata come impegno sociale, al modo illustrato da Amartya Sen nella conferenza tenuta alla Fondazione Giovanni Agnelli nel 1988, o che, all’inverso, la libertà sociale sia considerata un impegno individuale, come avviene in Giappone da quando il paese prese la risoluzione di aprirsi all’Occidente all’inizio dell’era Meiji (1868), adottando il termine inglese freedom accanto a quello tradizionale di derivazione cinese, appresso illustrato.

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