Munera 1/2024 – Enrico Di Meo » Poesia e Filosofia. Il lascito dell’epoca romantica

Charles Taylor, filosofo di spicco del panorama contemporaneo, ha affermato, in uno scritto inedito del 2021 significativamente intitolato Poetiche Romantiche, che la generazione degli anni Novanta del Settecento, appartenente al movimento romantico tedesco (sebbene la gamma di autori cui si riferisce Taylor nello scritto sia in realtà più ampia), ha «compiuto una vera e propria rivoluzione nella nostra comprensione del linguaggio, dell’arte e della nostra relazione con la natura».

In cosa consisterebbe questa rivoluzione? E come sono tenute insieme la nostra comprensione dell’arte, del linguaggio in generale, e del nostro rapporto con la natura, con il mondo che abitiamo?

Una chiave d’accesso per comprendere questa convinzione tayloriana è racchiusa nella concezione romantica della Poesia (Dichtung) come “simbolo”. La specificità del simbolo sta nel fatto che un certo A possa essere dischiuso attraverso B. L’idea di svelamento messa in atto dal simbolo non si riferisce al mero fatto di portare alla luce un’immagine o una connessione, quanto di dischiudere un senso più profondo e più proprio di A attraverso B. In questo senso si potrebbe dire che è solo attraverso il simbolo B che emerge davvero A. La Poesia romantica (e in generale l’opera d’arte) «ci rivela qualcosa, ci porta in contatto con una realtà più profonda che altrimenti resterebbe al di fuori della nostra portata».

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