Un equivoco e le sue ragioni: il largo consenso a papa Francesco e il silenzio di troppi teologi
Perché mai, di fronte ad un testo elaborato dagli appositi uffici della Curia Romana, si trova quasi spontaneo attribuirne la “mens” o addirittura la “stesura” ad un semplice teologo, che non ha alcun rapporto diretto con la Curia romana e ha, semmai, l’unica responsabilità di aver scritto molti testi, da 14 anni, proprio sul tema di cui si occupa il provvedimento papale? Le ragioni più profonde di questo equivoco, piccolo e marginale, affondano su una condizione più delicata, che riguarda, contemporaneamente, il consenso largo e poco considerato di cui gode Francesco in questo ambito e il grande silenzio che ha coperto questo tema per tutti questi 14 anni.
Che cosa è capitato? Provo a spiegarlo con alcuni dati. Dopo il 2007, il tema di SP è stato accuratamente evitato da parte di molti teologi, anche liturgisti. C’era comprensibile disagio. Ho anche ricordato, in un post precedente, che la manifestazione di un certo “consenso” verso SP era diventata, fino al 2013, un criterio di scelta dei candidati all’episcopato. Ma al di là di questo condizionamento, che pure non è trascurabile, era evidente che sul tema scomodo si preferiva sorvolare. Così è capitato un fenomeno singolare. Mentre all’estero molti teologi, nel corso degli anni, hanno preso posizione apertamente critica su SP, in Italia si è creata una strana situazione: sul tema mi sono guadagnato quasi l’esclusiva – senza volerlo e con la bella eccezione di P. M. Augé – anche se moltissimi colleghi, talvolta sottovoce, nei corridoi, o negli ascensori (che, come è noto, sono più sicuri) mi dicevano: “guarda che la penso come te, potrei sottoscrivere ogni tuo commento, ma sai, ci sono delle difficoltà e poi tu hai la fortuna di essere laico…”.
Questo ha creato la strana percezione, distorta e fuorviante, che le idee che si leggono su Traditionis Custodes siano per così dire un “distillato” di ciò che ho scritto io. Nulla di più falso. Giriamo la frittata. Io ho semplicemente scritto quello che la maggior parte degli osservatori pensava, ma non scriveva. Perciò il contenuto di TC è il concentrato di un pensiero comune, largamente diffuso, profondamente radicato, che abita stabilmente nelle menti e nei cuori del popolo di Dio e dei suoi pastori.
Qui non c’è problema. Il problema, semmai, sta nell’ostinato silenzio dei teologi. Perché mai non si devono esprimere tutte le proprie riserve su un provvedimento così fragile e così mal argomentato e che causa tanta divisione? Io non riesco a capirlo. Ovviamente ora tutti sono disposti a parlare. Addirittura possono parlare a favore di TC anche quelli che avevano esaltato la opportunità di SP. E’ nella logica delle cose: la tendenza della teologia a farsi carico, diciamo così, delle variabili tendenze del magistero è talvolta davvero ammirevole. Ma l’equivoco sta tutto qui: le cose che ho scritto sono apparse molto più autorevoli di quanto fossero davvero, perché lavoravo quasi in regime di monopolio, senza averlo scelto. Questo però ha alterato due dati fondamentali, di cui oggi si deve tenere conto.
a) Papa Francesco gode del pieno consenso di tutta la Chiesa e della stragrande maggioranza dei teologi e dei liturgisti. Non segue “teologi di nicchia” ma dà voce al “sensus fidei”. Ciò che è scritto in TC interpreta la “communis opinio” dei migliori luoghi di formazione italiani e stranieri e del sensus fidei del popolo di Dio.
b) La funzione della teologia liturgica è ancora succube di un modello “vincolato al silenzio”. Io credo che il teologo sia tenuto a non tacere. Che debba dire la verità e che questa sia la sua funzione specifica. Dire sempre la verità, anche quando è scomoda. Anche quando il papa dicesse che una cosa bianca è nera, il teologo dovrebbe dire, con tutto il rispetto: no, la cosa è bianca.
Con il MP è successo qualcosa di simile. Papa Benedetto, nel 2007, con un gesto molto ardito, ha detto che SP era bianco. Io, leggendolo con cura, ho ritenuto che fosse nero e l’ho scritto. Come me hanno fatto anche altri teologi negli USA, in Francia, in Belgio, in Germania. Anche tutti i liturgisti italiani sapevano che SP era nero, ma non lo dicevano, e anche quando dicevano che era bianco, pochi lo pensavano davvero. Ora Francesco ha detto: SP è nero. Non lo ha detto perché qualcuno glielo ha suggerito, ma ha espresso semplicemente quello che tutti sapevano da tempo e speravano solo che fossero altri a dire.
(L’immagine è un disegno di Luca Palazzi, che ringrazio)
“guarda che la penso come te, potrei sottoscrivere ogni tuo commento, ma sai, ci sono delle difficoltà e poi tu hai la fortuna di essere laico…” Questa frase mi ricorda esattamente quello che ho sentito quando, tre anni fa, ho denunciato, come sacerdote, l’atteggiamento del cardinale Barbarin che alla fine ha portato alle sue dimissioni. Ma siccome ero sacerdote, sono stati i vescovi a dirmelo! Ho sperimentato quello che già sapevo, cioè che per essere cattolico bisogna saper mentire. Così ha risposto André Gide a Jacques Maritain: “A voi cattolici non piace la verità”. Aveva ragione André Gide e lo dimostriamo costantemente. Una falsa concezione della carità spinge a non parlare di ciò che infastidisce e, soprattutto, a non compromettere la propria carriera. So benissimo che la Chiesa non è una setta ma, purtroppo, molto spesso, si fa di tutto per farlo credere agli altri. Si scopre che, con Lei, caro Professore, siamo vecchi modelli di auto che non hanno la retromarcia! Quando ci voltiamo, dopo aver detto la verità pensando che gli altri ci stiano seguendo, tutti sono fuggiti e ci ritroviamo soli! Papa Francesco ha ragione a parlare di parresia e sinodalità, ma questa è ancora lontana di essere la regola generale nella Chiesa. Tuttavia, dovrà diventarlo. La soluzione: bisogna smettere di nominare vescovi successori degli apostoli prima della Pentecoste, quando hanno ancora paura e sono rinchiusi nel Cenacolo; dobbiamo nominarne alcuni dopo la Pentecoste, che hanno ricevuto lingue di fuoco e che parlano. San Gregorio Magno ha scritto cose di grande profondità su questo argomento. Altrimenti possiamo dire scherzosamente in conclusione che il Summorum Pontificum era proprio nero, con tanto di pizzo bianco!
Certo, nella chiesa manca il dialogo e la parresia. Papa Francesco ad esempio si è rifiutato più e più volte anche solo di rispondere ai Dubia di alcuni cardinali riguardo a temi importanti, e ha convocato sinodi inutili per avvalorare decisioni già prese, come ha ammesso il teologo Forte a proposito di Amoris Laetitia “Se parliamo esplicitamente di comunione ai divorziati risposati questi non sai che casino che ci combinano. Allora non ne parliamo in modo diretto, fa in modo che ci siano le premesse, poi le conclusioni le trarrò io.” Disse il papa.
Per quanto riguarda TC, perché il papa non pubblica i risultati del sondaggio dal quale risulterebbe che tutte le diocesi del mondo sarebbero a favore dell’emarginazione e possibilimente annichilimento dei fedeli legati al Vetus Ordo?
Magari Munera potrebbe avere i suoi interessi editoriali in ciò (visti però non con la miopia di molte altre testate), comunque sta operando una scelta coraggiosa di far intervenire persone liberamente (nei limiti della correttezza). È un contributo decisivo perché è facilmente tra questi interventi che si possono trovare spunti originali di persone preparatissime, in comunione, ma fuori delle stucchevoli logiche del bianco o nero o dei formalismi d’apparato, come titoli e ruoli, che fuori di una libera crescita comune e di una libera partecipazione rischiano di ridursi ad autoincensazioni prive di sostanza, mentre il mondo crolla tra pseudocompetenze. Alla ricerca del vero, nella Chiesa e insieme a ciascuno. E anche si può cogliere il sentire, le domande, le perplessità, i doni, di tanti. Cosa mai scontata anche se certo da prendere con le pinze date le mille complicazioni della comunicazione digitale.
Tutta la storia della salvezza poi ci mostra spesso che proprio nelle nicchie si incontra spesso la profezia.
https://gpcentofanti.altervista.org/la-marginalita-del-cercatore-del-vero/
Pierluigi, il vostro messaggio è per voi un’opportunità per riportare tutti i meschini rifiuti che vi opponete al Concilio Vaticano II. Lo Spirito Santo guida la Chiesa attraverso i suoi legittimi pastori. La parhesia che si vuole è quella di poter continuare a disobbedire con la coscienza pulita, cosa molto comune negli ambienti tradizionali dove mantenere le apparenze spesso conta più della verità e della giustizia. Lo diceva bene la lettera esplicativa di papa Francesco: “Dubitare del Concilio significa dubitare (…) in ultima analisi, dubitare dello stesso Spirito Santo che guida la Chiesa.” Il vostro senso di parhesia è quindi cercare i pidocchi nella tonsura di papa Francesco. Vi posso dire che anche con un telescopio potentissimo non ne troverete uno!
Il mio motto du WhatsApp è Jamais en arriere…. Merci mon Pere
“Jamais arrière” e il motto della famiglia de Foucauld de Pontbriand, quello del futuro santo Charles de Foucauld per il quale il giorno della canonizzazione non e ancora conosciuto.
Mon Père,
a me pare di avere indicato almeno tre punti che ritengo particolamente offensivi per la mia coscienza da parte del santo padre di Roma, glieli ripeto velocemente: 1) indire sinodi manipolati per confermare decisioni già prese, come ci testimonia mons Forte 2) non rispondere ai dubia 3) proibire la liturgia antica col pretesto di dati statistici mai pubblicati. Ci sono anche altre cose che trovo piuttosto sgradevoli, ad esempio la copertura data ad alcuni vescovi sudamericani suoi amici per questioni legate ad abusi sessuali. Lei cosa ne pensa?
Lei riporta che la frase del santo padre che “dubitare del concilio significa dubitare dello Spirito”. Strano che una frase così sciocca venga apprezzata da un francese, concittadino di quel Cartesio che ci ha insegnato il valore del dubbio metodico come primo passo verso la conoscenza. Se volessi una religione senza dubbi e di fede cieca andrei a combattere per la sharia con i talebani in Afganistan.
Caro Pierluigi, rispetto pienamente la vostra coscienza e il diritto di dar voce alle vostre preoccupazioni. Ritengo, però, che sia sbagliato affermare che ci sia stata manipolazione dei vescovi del Sinodo per arrivare al bellissimo documento pontificio “Amoris laetitia”. L’anno di san Giuseppe è stato proclamato per appropriarselo. La mancata risposta del Santo Padre ai dubia è perfettamente legittima a fronte di una diffida da parte di alcuni cardinali allo spirito rigoristico. Questi cardinali sanno benissimo che non mettiamo alle strette il successore di san Pietro e che non facciamo campagna per imporgli ciò che deve fare nel suo ministero petrino. Lo stesso vale per i risultati dell’inchiesta: una decisione papale, pur basata su informazioni, non può essere frutto di un’opinione che sarebbe maggioritaria nella Chiesa, tanto più che i fondamentalisti sono in minoranza nonostante il rumore che fanno. Infine, il dubbio cartesiano riguarda questioni scientifiche, e non questioni religiose, perdonatemi se ve lo ricordo. Se lo permettete, vorrei che lasciassimo le cose come stanno in questo dialogo che richiede tempo. Non che mi rifiuti di scambiare, ma cosa volete che ci diciamo adesso. Apparentemente avete un tipo non scientifico di temperamento dubbioso che si basa su punti di dettaglio per rifiutare il tutto. Perdonatemi se vi lo dico, ma Gesù ha già risposto a questo dicendo ai suoi interlocutori che stavano filtrando il moscerino e ingoiando il cammello. Da parte mia ho una fede che non dubita, fondata sulla roccia di Pietro istituita da Cristo stesso, che mi lascia spazio al legittimo dubbio nel campo della scienza. Non voglio avere ragione contro di Lei, come diceva Saint John-Henry Newman, ma trovarmi con Lei in una verità più alta. Mi siete anche simpatico, anche se non vi conosco, in quanto osiate dire quello che pensate. Tuttavia, non essere troppo dispiaciuto che il Papa non sia un cardinale migliorato, ma il Papa, che, nella fede cristiana cattolica, risolve il dibattito. Per questo cerco, modestamente e malamente, di difenderla a modo mio. Dopo, grazie a Dio, tutto rimane con libertà e cortesia. Anche se non sono d’accordo con Lei, vi prego di credere nella mia benevolenza.
Caro professore, quando usci SP mi si chiese un commento canonistico da parte del responsabile della SdC. Subito dissi di no, poi feci come nella parabola evangelica e lo scrissi, forse sottolineando taluni aspetti meno condivisibili. Il responsabile di SdC mi ringrazio’ scusandosi al contempo di non poter pubblicare tenuto conto dei lettori della SdC.
PVA
Correggo : ho scritto SdC ma si trattava di RdC. Unicuique suum. pva
Reverendo,
Vi ringrazio per i toni gentili della sua risposta, ma devo confessare che non concordo praticamente su nulla di quanto avete detto. Non voglio però annoiarvi con l’esposizione puntuale di ciò che ritengo contraddizioni e incoerenze nei vostri punti di vista. Mi limito ad osservare che pochi giorni fa, in San Pietro, il papa si è chiesto: “disprezzo i comandamenti? No, però li rispetto non in modo assoluto” Ora, se i comandamenti dati da Dio non sono da rispettare in modo assoluto, cioè sono relativi, perché dovremmo rispettare i suoi ordini in TC, peraltro espressi con una sgradevole modalità da tiranno?
I papi risolvono il dibattito? I migliori fra loro lo lo hanno fatto, facendo riferimento al deposito della fede. Ora però il santo padre ritiene che il deposito della fede sia lui stesso e i suoi pregiudizi, come un famoso re della vostra Francia pensava di essere lo Stato. Se questo ultramontanismo iperbolico fosse la fede cattolica, i cattolici sarebbero i più infelici fra gli uomini, costretti a cambiare idea ad ogni morte di papa o, peggio, ad ogni cambio d’umore o idiosincrasia del temporaneo occupante della sede di Pietro. Per fortuna non è così. La fede cattolica non è l’adorazione del papa, ma il deposito che ci è stato trasmesso dagli apostoli e di cui il vescovo di Roma è un umile servitore.
Vi chiedo un’altra cosa. In un vostro commento iniziale avete detto di avere contribuito alle dimissioni del cardinale di Lione a causa del suo atteggiamento. Chiedereste le dimissioni anche del vescovo di Roma, se riscontraste un analogo atteggiamento? Grazie.
Le vostre parole richiedono sfumature. Reagite come se ci fosse un deposito di fede caduto dal cielo una volta per tutte e che non può essere cambiato. Questo è vero solo in parte. Il deposito della fede, contenuto nella Santa Tradizione e nella Sacra Scrittura, è stato affidato dagli Apostoli a tutta la Chiesa. L’interpretazione autentica del deposito della fede è affidata al solo Magistero della Chiesa, che ha il compito di interpretarlo e adattarlo per ogni generazione. Questo richiamo ai principi fa cadere l’esempio della catechesi di papa Francesco del 18 agosto che lei cita. Vi invito a rileggere con calma questo testo perché non credo che l’abbiate capito. Occorre citare tutta la frase, cio che faccio: “disprezzo i Comandamenti? No. Li osservo, ma non come assoluti, perché così che quello che mi giustifica è Gesù Cristo”. Se cancelli la fine, come fate voi, fate dire a Papa Francesco il contrario di quanto ha spiegato nella sua catechesi dove mostra l’importanza della Legge, e quindi dei comandamenti, ma dove sviluppa l’importanza ancora maggiore della Salvezza ottenuta in Gesù Cristo. Il Papa è cristiano, ma in vista di ciò che scrivete dovetei chiedervi personalmente se lo siete veramente. Non voglio pregiudicarlo, ma il Santo Padre scrive anche nella sua catechesi una domanda che illustra il tema da lui sviluppato: “Come vivo io? Nella paura che se non faccio questo andrò all’inferno? O vivo anche con quella speranza, con quella gioia della gratuità della salvezza in Gesù Cristo?” È questo che dovete trovare nel vostro personale cammino di fede: la grazia gratuita di Cristo che ci salva. Il Papa ha quindi pienamente ragione, senza che occorra esagerare la venerazione che abbiamo per il suo ruolo, perché giustamente ci ricorda che la grazia, senza trascurare la legge, è più importante di essa. In questo senso, i comandamenti non sono assoluti perché non portano la salvezza che Cristo ci ottiene. L’argomento potrebbe essere sviluppato all’infinito. Caro Pierluigi, essendo sacerdote, chiederò per Lei di sentire personalmente il dono di questa grazia affinché Lei non sia più un semplice servitore che vive nella paura ma un figlio e un amico che ha scoperto l’amore del Padre che Cristo a rivelato per noi. Vi prego di non dire più che il Papa ha detto di non osservare i comandamenti, perché è sbagliato, ma leggetelo meglio e scoprite la superiore sapienza evangelica che si prende la pena di spiegare bene ai cristiani cattolici. Se davvero credete che il Papa ha insegnato quello che avete capito da esso, capisco la vostra confusione ma, per fortuna, questa confusione si dissipa quando si manifesta la bellezza della luce dell’Amore. Infatti, non dovete cavillare, perché sapete già benissimo che tutta la legge è contenuta solo in questo Amore di Dio e del prossimo. Sinceramente e rispettosamente vostro.
Grazie di nuovo per la sua spiegazione. In effetti ci sarebbero molti spunti da svilppare, ma non è possibile farlo qui. Vorrei però chiarire che la citazione che ho fatto del discorso papale era per relativizzare il beffardo motuproprio che getta nella disperazione migliaia di cattolici legati al rito antico. Mi auguro che fallisca, come trovo fallimentare questo pontificato, che purtroppo sta trascinando con sè la chiesa nella quale sono nato. Leggo oggi che il vescovo di Alajuela in Costarica ha sospeso un suo sacerdote e lo ha mandatoa curarsi dallo psicologo per avere celebrato una messa Novus Ordo in latino e ad orientem, dopo che erano state proibite le messe Vetus Ordo. Alla faccia del tavolo comune della liturgia! Non sono sorpreso. Se il Vetus Ordo va contro lo Spirito chi non lo riconosce o è contro lo Spirito o è pazzo.
Nel frattempo il santo padre si esibisce in spot a favore del vaccino che può trovare digitando su youtube “Pope urges people to receive Covid-19 vaccine” Ora, io sono regolarmente vaccinato, ma trovo ridicolo che il magistero papale sia così appiattito su queste posizioni. Per questo non ci serve un papa, ci basta il nostro ministro della salute.
Vi dico questo per esprimere il disagio in chi ormai si rende conto che la chiesa di Francesco è una fazione, non è diversa da un partito politico. Non risolve il dibattito, lo sopprime perché i cosiddetti “rigidi” disturbano il lider maximo che si deve occupare di altre cose più importanti, il covid, il riscaldamento globale… Tutte cose che sarebbero, nel mio modesto parere, di pertinenza dei laici e sulle quali non ci sono verità assolute, come invece falsamente e con grande ignoranza pontifica l’attuale successore di Pietro.
Il racconto al link seguente cerca solo di stimolare vigilanza sugli accadimenti e le loro possibili dinamiche, sulle eventuali vie di uscita. Non tratta di reali situazioni attuali. Che talora tra pastori e laici fanno riscontrare tante persone davvero buone e brave.
Cerca anche di andare al fondo dei problemi. Due persone si incontrano una indossa occhiali con lenti blu e l’altra verdi. Discutono a lungo sul paesaggio che tende al blu per l’uno e al verde per l’altro. Ma non si fanno domande sugli occhiali.
https://gpcentofanti.altervista.org/2040-2/
Caro Pierluigi, non si puo forzare per amare. Siete libero di non approvare il Papa ma non lo siete di dirlui cosa deve fare o no per esserlo. E Papa Francesco che ha il carisma petrino per guidare la Santa Chiesa nelle difficolta di oggi. Il Papa e quello che ci da il Signore, non e quello del voto dei battezzati cattolici. Io seguo il successore di Pietro, che ha missione e grazia per questo. Vi lascio ai vostri gusti. Ho spesso visto nella mia vita di prete gente per i quali la loro religione serviva a diventare ancora piu cattivi ! Ho sempre pensato il contrario. Il Papa Francesco é odiato per gli tradizionalisti perche la predicazione dell’Amore nella Libertà le fa fuggire. Vogliono costringere gli altri secondo le loro idee. Queste idee, malgrado le citazioni del vangelo (in latino), non sono cristiane. Per questa gente, il Papa e un gaucho della pampa. A me piace che sia questo perche fa correre come conigli i tradizionalisti. Ne restiamo qui, se lo volete, lasciandoci buoni amici con il sorriso a difetto di essere d’accordo. Temo che le sue difficoltà siano ancora piu dure con il prossimo Papa. Non credo che sarà un papa fondamentalista che riprendera le piume di struzzo intorno alla sedia gestatoria. Tanti auguri.
Caro Padre,
È veramente sprezzante degli altri questo modo di esprimersi! Di una supponenza che a confronto quelli della fraternità San Pio X sono degli agnellini! Lei parla dei tradizionalisti esattamente come quelli della SPX parlano dei modernisti.
Le faccio presente che SP l’ha promulgata 14 anni fa un papa che in quel momento aveva il carisma petrino e che è tuttora vivente! Ed io sono d’accordo con quell’impostazione. E lei masticava amaro. Ora con T C le cose si sono ribaltate e lei fa lo spocchioso mentre io mastico amaro! Per fortuna c’è la fraternità San Pio X (di cui non condivido tutto) che mantiene la barra dritta in materia liturgica (a me interessa quello) in attesa di tempi migliori! Godetevi le bandiere arcobaleno sugli altari, le chitarre il batter di mani, gli osanna eh e le pachamane ( o come diavolo si chiamano)! Noi ci teniamo il gregoriano, l’organo e la tradizione culturale ( aggiungo aggettivo per evitare equivoci) bimillenaria! Tanti auguri!
Concordo con quanto dice Stefano, ma aggiungo una considerazione. Quando papa Benedetto ha liberalizzato il Vetus Ordo, non ha imposto nulla alla grande maggioranza che segue legittimamente il Novus Ordo, ha solo applicato la massima di Gamaliele. L’amarezza era da parte della fazione in preda all’odio teologico, ma per i quali in concreto non cambiava nulla. Nessuno imponeva loro di rimettere gli altari al posto del sede del presidente, o di applicare quanto dice SC sulla musica sacra.
Invece papa Francesco si preoccupa di perseguitare e rendere la vita impossibile ad una piccola minoranza, e l’amarezza di chi è coinvolto non è ideologica, ma concreta. Dovranno fare decine o centinaia di chilometri in più per andare alla Messa Vetus Ordo, e nelle diocesi in cui TC sarà applicata come vuole il santo padre verrano istituiti campi di rieducazione liturgica.
A scanso di equivoci, caro padre Vignon, io vado solitamente alla messa NO e non desidero piume di struzzo, per quanto consideri la sedia gestatoria meno inquinante e più ecocompatibile rispetto alla papamobile. E dai miei amici ebrei ho imparato a diffidare a chi parla solo di amore e pace, senza tenere conto della giustizia.
Caro Stefano, anch’io sono per il gregoriano che utilizzo spesso per la liturgia delle ore, l’organo e la tradizione culturale bimillenaria che passo il mio tempo a studiare. Dove trova un motivo per pensare che il Concilio Vaticano II e il Papa Francesco non appartengono a questa tradizione ? E qui il fondo del problema. Sotto l’apparenza di defendere i valori tradizionali, ce l’impostura di prendersi per il solo giudice dell’evoluzione della vita della Chiesa. Penso a due pensieri importanti. Uno di André Frossard, amico di santo Giovanni Paolo II : “Gli integristi fanno sempre la volontà di Dio che lo voglia o no !” E anche quella del padre Yves de Montcheuil, fugilato a 44 anni in 1944 à Grenoble dai Tedeschi per fatti di resistenza : “non sono gli ossessionati del passato ma gli esseri profondi chi prolongano la tradizione.” Ecco gli motivi per i quali sono, non contro le persone, ni contro di Lei, ma contro le idee. Il fondamentalismo è una impostura e si deve dire. Il Papa Benedetto XVI ha fatto il suo motu proprio per favorire la pace e il Papa Francesco ne fa un altro per salvaguardare l’unita della Chiesa. I due sono stati nella verità al momento dove hanno leggiferato. Niente di più.Non si puo prendere un papa per opponerlo a l’altro. Si deve dire. Esattamente oggi come al momento dell’eresia del Giansenismo dove vescovi, preti e fedele volevano che il Papa li riconoscesse. Mai i Papi furono giansenisti. Mai sono stati e saranno fondamentalisti perche è essentialmente una eresia prima di essere un scisma. Non sono io che l’ho detto : è il padre domenicano grande teologo il cardinale Yves Congar. Grazie infinite allo Spirito Santo che ispira il Papa Francesco per proteggere la Chiesa del male fondamentalista. Caro Stefano, vi concedo che ho un dono per fare arrabbiare quegli che gardano in dietro. Sono talmente prevedibili nei loro blocchi. Vi auguro di essere relax durante quell’estate con i miei migliori saluti.
Non avevo letto il vostro messaggio, caro Pierluigi. Amore e pace fondati sulla giustizia, libertà e verità è molto giusto. Figuratevi che ho letto la Pacem in terris di san Giovanni XXIII. Mi fa piacere che non siate per i piumi di struzzo. Non dovete neanche avere paura delle alabarde dei guardi Svizzeri perche non ce persecuzione. Per diventare martire, bisogna essere nello stesso amore di Cristo quando ha dato la sua vita per la salvezza del mondo. Non si deve mancare una virtu e agli integristi mancano sempre l’ubbidienza e l’umiltà e spesso la carità. Peccato di morire per niente in “campi di rieducazione liturgica”. Ecco la vera ragione perche quest’estate in Francia è stato cosi piovoso ; piangono tutti gli integristi. Smetto di ridere perche il mio discorso non e contro le persone ma contro gli idee. Pax vobiscum et cum spiritu meo. Ho detto tutto quello che volevo dire. Ite missa est !
Nel racconto postato sopra si trovano molti spunti non scontati di riflessione. Qui propongo un breve contributo che mostra un esplicativo esempio concreto delle sordità paralle cui accennavo sopra e che oggi constatiamo continuamente.
https://gpcentofanti.altervista.org/la-sordita-strutturale-della-nostra-epoca/
Gent.mi dott. Grillo e père Vignon (mi rivolgo ad entrambi, visto che ormai formate un’accoppiata inossidabile in questo blog),
la migliore risposta alle vostre elucubrazioni e alle inclusive reprimende di TC è venuta dal card. Zuppi; penso che le vostre reazioni ancora stizzite siano proprio dovute al fatto che qualcuno di importante (e che magari credevate affine alla vostra fazione) sta cantando fuori dal coro.
“La tradizione liturgica ha dato una impronta inconfondibile alla nostra Chiesa locale: essa è un giardino da coltivare con rinnovato amore e passione, senza mai rassegnarci a stanchezze e pigrizie che – anche quando non degenerano in abusi – finiscono per indebolire la forza formidabile della liturgia da cui nasce e sempre si edifica la Chiesa”. Con buona pace di argomenti ultimi e penultimi, Zuppi stupisce ancora. Grillo no.
Con i migliori auguri!
Matteo Benedetti
Sui media non emerge la terza via tra il bianco e/o il nero.
https://gpcentofanti.altervista.org/la-vita-oltre-il-bianco-o-il-nero/
Una rondine non fa la primavera e un cardinale, anche se di Sant’Egidio, non fa la dottrina della Chiesa. Caro Matteo, grazie per aver fatto a noi, il professor Grillo ed io, nonostante che siamo totalmente indipendenti e il fatto che solo il suo insegnamento mi interessa, l’onore di respingerci con il Concilio Vaticano II. L’ideologia di Sant’Egidio, come quella di diversi movimenti spirituali, di volere la pace a tutti i costi, mostra qui i suoi gravi limiti. Come giustamente hanno ricordato i papi sin da san Giovanni XXIII, la cupola della Cattedrale della Pace non può che reggersi su quattro pilastri, nessuno dei quali deve mancare, Verità, Giustizia, Libertà e Amore. Avete ragione perché è nostro onore, il professore e io, ricordartelo. Con i miei migliori auguri.
PS : Termino qui con te le mie “relucubrazioni”. Quando sono gli insulti che diventano gli argomenti, è la forza del saggio ritirarsi nel silenzio. Come diceva Léon Bloy, tutto ciò che rischiamo, quando gettiamo spazzatura contro il cielo, è riceverlo in faccia. Da qui l’importanza di sapersi ritirare in tempo, no!
Resto davvero basito da siffatta risposta. Insulti? Respingimento del Vaticano II? La prego di rileggere meglio e, magari, di riflettere!
E’ il segno che il mio commento ha colpito giusto!
Grazie!
“Una rondine non fa la primavera e un cardinale, anche se di Sant’Egidio, non fa la dottrina della Chiesa.”
TC è dottrina della chiesa? Eppure Andrea Grillo scrivendo una lettera all’abate Dom Pateau, che trovo su questo blog, afferma che “Le cose storte restano storte, anche quando vengano assunte da Vescovi e da Papi. ” Ovviamente riferendosi al motuproprio SP, uguale e contrario, di papa Benedetto. Ma si sa, l’obbedienza al magistero, come per le leggi, si interpreta per gli amici e si applica per i nemici.
Perdonatemi, Pater optime, ma sembra che voi troviate divertente la disperazione in cui avete gettato gli amanti delle piume di struzzo. Per la vostra fazione infatti chi trova Cristo nella liturgia antica vive in una spacie di cage aux folles la cui principale attività è il travestimento, e ogni volta che costoro portano motivi, semplicemente non li si ascolta. Rigide facce d’aceto, voi dite, non vanno ascoltati, vanno solo schiacciati.
E così avete fatto.
Gentile Professore, non sono uno studioso sono un poveri cristiano
che ha frequentato solo due forse tre volte nella mia vita il rito tridentino e che frequento settimanalmente con regolarità la c.d. messa di Paolo VI e sono impegnato nel mondo del laicato a vari livelli .
Ho vissuto questo provvedimento (Motu Proprio) di Papa Francesco, sulla messa Antica come di un atto profondamente discriminatorio e antidemocratico, e fortemente limitativo della libertà delle coscienze. Il Papa Francesca accusa rito/fedeli del rito in sostanza di contestare il Vaticano II e di conseguenza tutti zitti.. Io ho studiato legge ed uno die principi cardine del diritto, anche Canonico, è che la responsabilità è personale di conseguenza per l’errore di uno non si può colpevolizzare tutti ed in particolare un intero rito sacro per secolo o no? Forse più correttamente sarebbe stato logico perseguire le singole persone che sbagliavano e non limitare il culto a tutti o no?
La saluto
Dorino Tamagnini
1 P 2,23 : “[Christus] qui cum malediceretur, non remaledicebat…, commendabat autem iuste iudicanti”. Fine del dibattito, raccomandandoci davanti a Colui chi solo giudica con giustizia, e anche per non inquinare il blog del professor Grillo. Cordiali saluti.
Con l’augurio che Lei non si creda Cristo!
Tornando a casa stasera, vedo la sua replica. Naturalmente, non mi prendo ne per Cristo ne per Napoleone. Eppure se non lo prendete tragicamente, direi semplicemente e gentilmente che non dovreste nemmeno prendersi per “Colui chi solo giudica con giustizia”. Con un sorriso della sera. Buona notte.
Ho visto ora il lungo dibattito, che è inevitabile abbia toni anche accesi. Questo è un risultato non voluto di SP, causato dai suoi difetti di argomentazione e di disciplina. Non vi è dubbio che TC sia magistero quanto SP. E siccome è successivo abroga il precedente. In tutto questo Francesco è stato lineare e opportuno, mettendo fine ad un equivoco. Resta uno spazio ristretto e progressivamente sempre più piccolo di indulto per il rito tridentino. È del tutto legittimo che i singoli vescovi possano applicare TC in modo differenziato.
Gent.mo Grillo, bentornato!
In effetti i toni sono sempre più accesi e faziosi. E il risultato magnifico di TC sarà quello di indurre ad un maggiore scontro intraecclesiale, specie tra clero e fedeli, dove, paradossalmente, si rivivrà una sorta di riacutizzarsi di “sindrome clericale” (e le risposte sprezzanti dell’abbé Vignon sono a dimostrazione di questo, mi perdoni e mi consenta).
TC non risolve proprio nulla. Se voleva risolvere davvero, il Papa avrebbe dovuto abrogare la “Quo primum tempore”, impegnando la sua infallibilità e la sua responsabilità. L’impressione è che, ancora una volta, si voglia giocare pericolosamente sull’ambiguità. E non mi dica che, così facendo, il Papa ha dimostrato sapienza pastorale! Gli effetti disastrosi si stanno già vedendo da queste discussioni.
Con i migliori auguri!
MB
I difetti di argomentazione sono propri di TC e della lettera di accompagnamento di papa Francesco, che evita accuratamente di spiegare le vere ragioni per cui papa Benedetto considera non abolito il messale antico, fa affermazioni storicamente infondate sulla riforma tridentina, dice di volere dare centralità ai vescovi mentre accentra alla santa sede la (non) formazione di nuovi gruppi, calunnia le motivazioni dei fedeli tradizionali riportando a motivi di prestigio personale del clero la formazione di parrocchie che seguono il rito antico.
Sono 8 anni che papa Francesco predica con disprezzo contro le leggi e le regole, che considera “rigide” e contro lo Spirito. Leggi e regolamenti diventano però buoni e giusti quando si tratta di usarli come arma per annientare il nemico.
Dialogare nel rispetto e nella pace, cercando sinceramente di comprendere le istanze positive dell’altro. https://gpcentofanti.altervista.org/una-chiesa-famiglia/
Comprendere le istanze positive dell’altro va bene, l’altro però dovrebbe fare lo sforzo di riconoscere il tuo diritto all’esistenza. I cattolici che si nutrono alla spiritualità del messale più antico non hanno diritto ad esistere? Lei è a favore della loro distruzione o pensa che sia un arricchimento della chiesa?
Ho scritto che mi pare la strada possa essere tendenzialmente, con criterio, quella di tornare, come nel vangelo, alle verità essenzialissime rivelate da Gesù e avvederci tutti che molte cose sono nostre opinioni e non parole di Gesù. Ma ho aggiunto che non ho avuto modo di studiare approfonditamente la questione messale e non mi sento di esprimermi sul tema. Ho contribuito con molti possibili spunti al quadro di fondo…
Io cerco di essere in comunione nella Chiesa e di cogliere gli stimoli positivi di tutti: colgo l’occasione per segnalare che tanta stampa non è portata a dare spazio a queste voci: https://gpcentofanti.altervista.org/sui-media-non-emerge-la-terza-via-tra-il-bianco-e-o-il-nero/
Ripeto inoltre che questa terza via, nella quale identità e scambio non confliggono e nemmeno si mescolano omologandosi ma sono due cose distinte e vissute entrambe non pretende di essere la migliore ma tende ad accogliere il cammino di ciascuno: il regno di Dio è in mezzo a voi, dice Gesù. Come cristiano cerco di ascoltare tutti e di essere ben disposto verso il papa e obbediente. Posso porre domande, io credo che su certe questioni specifiche è proprio bene riflettere, dialogare…
Sono francese, da 40 anni in Italia, per 25 tra i Frati Minori Rinnovati dai quali ho ricevuto tante ricchezze di san Francesco studiandole e vivendole, come il vivere senza soldi e in vagoni di ferrovia, ma anche con l’ascolto continuo del Magistero. Il Signore mi ha fatto uscire per le esigenze della Nuova Evangelizzazione. Vedevo tra i FMR una certa paura del Concilio. Adesso sono prete della Diocesi di Napoli. Seguo i tuoi articoli tramite il Sismografo. La Provvidenza ha voluto che conoscessi Fontgombault e facessi lì un ritiro quando la vocazione si è imposta a me nel 1980, anche se non sono mai stato convinto di questo latino che Gesù non userebbe e che nessuno alla fine capisce veramente, né del perdurare del VO, problema che un mio fratello, prete vicino Parigi, e una mia sorella vivono tramite amici e conoscenti. Con la pubblicazione di TC mi sono procurato l’intervista a Famille Chrétienne de l’Abbé Pateau e in questi giorni gli ho scritto e mi ha risposto brevemente, confermando la tua analisi.
Devo dire che TC mi ha fatto ammirare il coraggio di papa Francesco e la sua estrema logicità. Leggendo i tuoi articoli e paragonando con le parole dell’Abbé Pateau mi sono detto: Andrea Grillo sembra francese e l’Abbé italiano! Il primo ragiona su argomenti di fondo, il secondo su ragioni di sensibilità personali. Grazie di cuore per il tuo servizio. Lo so, non mi sono ancora abbonato a MUNERA! Già sostengo il Sismografo come posso…
Grazie ancora. Con stima.
I fanatismi sono alimentati e manipolati dai potenti del pensiero unico.
https://gpcentofanti.altervista.org/perche-il-sistema-ama-il-bianco-o-nero/
Mi lascia molto triste leggere i commenti scritti precedentemente. Come facciamo a dirci fratelli se manca un minimo rispetto tra di noi?
Capisco le varie esigenze ma non dobbiamo dimenticare che la Messa qualsiasi sia la forma è la memoria del sacrificio e redenzione di Cristo.
Molte donne si sono sentite e si sentono escluse dalla celebrazione eucaristica. Ora possono solo leggere ma non esprimere neppure il loro pensiero eppure sono la maggior parte dei fedeli presenti . Lo Spirito Santo indicherà la via da seguire, ma manteniamo la fraternità tra di noi
Premesso che non rimpiango la Chiesa che bruciava Bruno e metteva all’Indice Croce e Gentile, miei beniamini, e premesso che il Concilio è cosa buona e giusta, purché interpretato come dice Lanzetta iuxta modum, rimpiango però la bellezza del VO, che in teologia ha il suo peso (vedi Balthasar). Ma la cosa che m’indigna di più è che Bergoglio ha sbagliato bersaglio con TC: anziché colpire i ribelli (quelli della Fraternità S. Pio X), ha colpito proprio quelli che si sono sottomessi e vanno alla messa “indultata”, come si diceva una volta. Pertanto, mi appare, posso anche sbagliarmi per carità, come un “povero untorello” che unge le porte sbagliate!
Chi è fuori si è colpito da sé. Non ha bisogno di alcun provvedimento. Ma chi sta nella comunione ecclesiale non poteva essere ulteriormente illuso. Un “indulto” può avere senso come condizione transitoria, non come condizione stabile. Per questo la soluzione trovata da papa Benedetto era votata al fallimento. Perché ha soltanto incitato a pensare che si potesse mettere il Concilio nel Freezer. In questo senso ha lavorato per 12 anni la Commissione Ecclesia Dei. Per cercare di “far rientrare i lefebvriani” aveva steso un protocollo che riduceva il Concilio a “fervorini spirituali”. TC ha colto perfettamente che la posta in gioco non è liturgica, ma ecclesiale. Creare una “chiesa parallela” dentro la comunione ecclesiale era il fenomeno che oggi vediamo macroscopicamenete evidente in diverse espressioni del cattolicesimo americano. Nessuna messa “indultata”. L’unica messa, che ha in sé i criteri di elasticità, ma che non può stare contemporaneamente alla forma che il Concilio ha voluto esplicitamente emendare, correggere e convertire.