Munera 3/2016 – Marie-Jo Thiel >> L’Unione Europea e le sue aperture alla teologia

L’Unione Europea si è costituita sugli ideali e i valori dei padri fondatori, che essa riattualizza progressivamente attraverso un processo di elaborazione che è al contempo politico, giuridico, sociale, etico e filosofico.

In tutto questo le religioni, e in particolare il cristianesimo, svolgono un ruolo significativo. In Francia, Robert Schuman, Jean Monnet, padri fondatori dell’Unione Europea, e Jacques Delors, «cittadino onorario d’Europa», sono al contempo rappresentanti eminenti di un cristianesimo sociale le cui parole d’ordine sono solidarietà, sussidiarietà, giustizia, dignità.

Il 9 maggio 1950, proponendo la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), Robert Schuman, ministro francese degli Affari Esteri, intendeva rispondere alla sfida della pace mondiale, alla stessa stregua del suo mentore Jean Monnet. Egli affidava così alla nascente Unione sia un compito economico e produttivo – «degli sforzi creativi all’altezza dei pericoli che la minacciano» – sia, e lo si dimentica troppo spesso, un compito di edificazione, di solidarietà, di progresso: «L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto».

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