Qualcosa da ri-dire: una (seconda) riflessione su Chiesa e pandemia
Lo stesso gruppo che si radunò la prima volta nel periodo del duro “lockdown”, nel marzo 2020, e che ha continuato a “riunirsi” sempre rigorosamente “on line”, dopo aver scritto nel maggio del 2020 un primo e-book (Dalle finestre di casa) ora esce con un nuovo e-book; Qualcosa da ri-dire. Entrambi sono scaricabili gratuitamente dal sito delle edizioni Queriniana. Il gruppo nel frattempo si è arricchito di nuovi membri e costituisce una “comunità di riflessione” che pone questioni e prospettive intorno alla sorprendente novità di un mondo edi una chiesa che, di fronte alla emergenza sanitaria, ha scoperto dinamiche nascoste, apprezzato dimensioni sottovalutate, ripensato abitudini e rimodellato priorità. Ecco definito qui, nella Introduzione, l’intento fondamentale di questo secondo volumetto:
“Ritorno dell’identico?
Nello scambio di esperienze e riflessioni del nuovo
gruppo allargato è emersa da subito la difficoltà posta
dalla seconda e terza ondata della pandemia. A un anno
di distanza dal primo lockdown, ci siamo ri-trovati
quasi nelle medesime condizioni di limitazione e di rarefazione
degli incontri personali, ancora fortemente
condizionati dalla presenza del virus, più logorati psicologicamente
e più consapevoli della complessità della
crisi provocata dalla pandemia. «Niente sarà più come
prima», si diceva l’anno scorso, eppure in questo 2021
proviamo un senso di déja-vu, di ritorno dell’identico.
Nei diversi ambiti della vita (famiglia, lavoro, chiesa…)
si sono alternati brevi periodi di ripresa a nuove quarantene,
con un crescente senso di precarietà e fatica nel
quotidiano.
La sensazione è stata quella di venire periodicamente
retrocessi alla casella di partenza, di dover ricominciare
sempre tutto daccapo. Il prefisso “ri-” è quanto mai adatto
ad esprimere la reiterazione, il senso di impotenza, la
difficoltà di immaginare il futuro e fare progetti.
Eppure è proprio in queste crepe delle nostre abituali
sicurezze che può farsi strada una nuova visione: il prefisso
“ri-” ha anche un significato rigenerativo e dinamico,
esprime l’intrapresa con nuova energia di un cammino
o di un’opera, indica una novità, un nuovo modo di
affrontare e vedere la realtà.
La realtà inedita di questo passaggio storico richiede
di essere “detta” con parole nuove eppure antiche, che
possano fungere da chiavi di interpretazione del tempo
presente: ne proponiamo sei (salute-salvezza, cura, affi-
damento, ospitalità, lavoro e generazioni): nelle diverse
riflessioni vengono “ri-dette” per gettare una luce di significatività
sulla nostra esperienza.
“Ri-dire” significa infatti ripetere, ribadire, ritornare
alle origini, raccogliendo l’eredità di parole che hanno
innervato la spiritualità e la teologia cristiana, ma significa
anche introdurre una interpretazione critica e dinamica,
aperta al nuovo, capace di smascherare fissismi e
pregiudizi.
Il prefisso “ri-”, nella sua potenzialità generativa, richiama
all’azione: accanto alle sei parole, questo testo
propone sei verbi (ri-comprendere, ri-conoscere, ri-partire,
ri-consegnare, ri-vitalizzare, ri-creare).
Parole e azioni, ritrovate e restituite al presente della
storia, attraverso riflessioni scritte a più mani, da persone
diverse per competenze e linguaggio, ma accomunate
dalla urgenza di ridire la ragione della nostra speranza.
Un contributo alla riflessione ecclesiale e culturale, in un passaggio delicato, per cogliere la tragedia che abbiamo vissuto e continuiamo a vivere come una occasione per ritrovare priorità perdute e per rilanciare una esperienza di comunità e di fraternità, che la esistenza ecclesiale e la esistenza civile hanno sentito, mai come in questo tempo, come un compito decisivo.
Non di rado si propongono anche nella Chiesa soluzioni tecniche o di mero fare ai gravi problemi sociali attuali. Ma senza stimolare un salto di qualità inconsapevolmente si rafforza il sistema che si vorrebbe rinnovare. Un salto di qualità sta nel cercare i tempi e i modi adeguati per giungere alla libera formazione scolastica alla luce della identità ricercata e nel solo allora autentico scambio con le altre. Nella Chiesa si possono trovare piste che orientino in tal senso, per esempio ascolto dialogato del vangelo, genitori che dialogano alla luce di libere ricerche identitarie con i figli sui loro studi, settimanali incontri diocesani pensati secondo i bisogni e le possibilità concreti che stimolino la crescita e l’incontrarsi in una società che isola, riviste scritte con la collaborazione gratuita per liberarle da condizionamenti… Ci si aiuta a riaprirsi alla vita vera a tutto campo. Serve un salto di qualità…
https://gpcentofanti.altervista.org/levangelizzazione-di-gesu/