Munera 2/2015 – Martin Lam Nguyen >> La montagna aspetta

Le montagne occupano uno spazio importante nella mia mente da quel mattino di vent’anni fa, quando mi trovavo nel Mar Cinese meridionale, diretto a Nordest. Stavo lasciando il Vietnam a bordo di un peschereccio. Vent’anni di vita e tutto quello che avevo potuto conoscere e possedere si era istantaneamente ridotto a una catena di montagne di un verde intenso, che si stagliavano di fronte a un vasto mare. Rapidamente tutto sparì sotto la linea dell’acqua. Proseguii verso una riva sconosciuta. La montagna aspetta.

Nella letteratura e nella mitologia vietnamita, montagna e mare sono elementi sacri e onnipotenti. Nella storia moderna, sono divenuti luoghi dove nascondere e controllare, porte d’accesso tanto per chi invade quanto per chi scappa. Ma soprattutto sono luogo di sepoltura di tanta gente. Ecco che montagne e mare sono vittime. Sono i muti testimoni e gli eterni custodi di tante storie umane.

Viaggio tra queste tremila montagne come nell’immensità stessa della vita. Ogni montagna custodisce una storia, un viso, un nome o un episodio di vita. Il tempo consente a una persona di ritornare in un vecchio posto come se fosse la prima volta. In uno slancio di contemplazione, guardo al passato come un visitatore giunto da un’altra vita. O forse da molte vite. Tutte queste vite, in ogni caso, si trovano in un corpo solo, rivestito da uno strato di memorie. Di fronte a ogni montagna, non ho domande, né risposte, né giudizi, né potere di modificare queste memorie.

Avrei desiderato ritornare prima, ma c’è un tempo per partire e uno per ritornare. La montagna è là che attende il mio ritorno.

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