Munera 1/2024 – Cecilia Benassi » Il canto dei liberi muratori. Una poesia di Pavel Florenskij

Il 19 aprile 1902, all’età di vent’anni, Pavel A. Florenskij scrive una poesia dedicata al padre e intitolata Canto dei liberi muratori.  All’epoca, studia alla Facoltà di Matematica dell’Università di Mosca, vive nella capitale nei periodi impegnati da lezioni ed esami e ritorna a Tiflis  presso la famiglia per le vacanze estive e invernali. Durante la permanenza a Mosca mantiene con i famigliari una fitta corrispondenza, nel contesto della quale potrebbe essere stata trasmessa anche questa poesia.

Nel testo si affacciano in forma poetica, e con il potenziale sintetico della creatività artistica, alcuni elementi che in-formeranno l’itinerario interiore e quello intellettuale dell’Autore, plasmando il suo metodo di lavoro e riaffiorando negli anni della maturità in forma di contenuti a più riprese svolti e approfonditi.

Il componimento fa parte di Stupeni [Gradini], la prima raccolta poetica dell’Autore che, in quanto tale, rimase inedita.  Nel 1921, su un esemplare di V vechnoj lazury [Nell’azzurro eterno] – l’unica raccolta che Florenskij pubblicò in vita e che univa testi di Stupeni ad altri componimenti dell’epoca –, padre Pavel sottolineava la sua relazione diaristico-autobiografica con la scrittura di poesia, sottraendola così al dominio dell’ars letteraria.

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