Munera 2/2016 – Riccardo Redaelli >> Il grande disordine mediorientale tra frammentazione statuale e settarismo religioso

Guardando allo scenario politico e di sicurezza del Medio Oriente di questi ultimi anni è difficile resistere all’idea che sia in atto un processo di disfacimento generale, destinato a spazzar via il sistema statuale creatosi, alla  fine del Primo conflitto mondiale, in seguito al celebre accordo Sykes-Picot del 1916 per la spartizione dei territori arabi dell’Impero ottomano fra Francia e Gran Bretagna.

Le guerre civili che insanguinano la regione, la frammentazione dell’Iraq e della Siria, l’anarchia imperante in Libia, le difficoltà del Libano, lo scontro fra Repubblica islamica dell’Iran e Arabia Saudita, le ambizioni indipendentiste dei curdi… sono tutti elementi che aggravano l’instabilità strutturale del sistema regionale mediorientale, piagato dall’instabilità di stati artificiali e dalla mancata soluzione di una serie di problemi e con itti (da quello israelo-palestinese, alla presunta spinta egemonica iraniana, alle divisioni inter-arabe, al malessere socio-economico, etc.). Tuttavia, non vanno sottostimate le capacità di resilienza del sistema internazionale, il quale – pur con distinguo e tentennamenti – non sembra ancora pronto ad accettare una scomposizione e ricomposizione del vigente assetto statuale.

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