Munera 3/2015 – Antonella Occhino >> Eguaglianza. La sua declinazione storica e concettuale

Leggere l’eguaglianza oggi significa tornare a quel passaggio della modernità nel quale, proprio attraverso tale categoria, si è voluto dare espressione all’aspettativa di equità nelle condizioni di vita e di lavoro tra differenti persone e differenti popoli. L’eguaglianza è iscritta nel sentimento comune del destino e del riscatto tipico del pensiero greco, è scolpita nella eguale condizione di creature del Dio biblico e si invera nella universalità dell’annuncio cristiano consegnato in libertà a tutte le genti. In epoca contemporanea, nel contesto sociale pluralistico anche le categorie concettuali dell’eguaglianza, ora sostanziale, devono declinarsi al plurale e cioè sulla base del riconoscimento delle differenze. Il pluralismo riemerge come dato strutturale del sociale. Una lettura realistica della società multi-culturale, con l’apertura dei confini non solo geografici a esperienze e tradizioni diverse da quelle occidentali, impone un esercizio quotidiano della cultura della reciprocità. Tale cultura è motrice di un circuito virtuoso tra il politico e il giuridico che l’Occidente ha ancora da presentare al mondo come segno distintivo della sua civiltà.

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