Munera 1/2022 – Fermiamo una guerra spaventosa e ingiusta

Mentre questo numero di Munera andava ormai in stampa, la Russia ha avviato una sanguinosa guerra di occupazione dell’Ucraina. Non è stato dunque possibile, in questa sede, occuparsi del tema con la profondità che esso avrebbe meritato. Riteniamo tuttavia che qualche parola debba essere detta.

Per prima cosa, una parola di condanna nei confronti di un’aggressione dalle dubbie motivazioni politiche e dalle inesistenti giustificazioni morali. L’occupazione militare dei territori di uno Stato democratico sovrano e la violenza nei confronti di una popolazione civile che lotta per difendere le proprie vite, quelle dei propri figli, e la propria terra sono ingiuste e in nessun modo giustificabili.

In secondo luogo, una parola di solidarietà e di vicinanza nei confronti del popolo ucraino, che sta reagendo con fierezza e dignità alla violenza subita, nonostante l’evidente sproporzione di forze in campo.

In terzo luogo, un appello all’Unione Europea, ai governi e ai popoli dell’Europa, affinché usino con prudenza e coraggio tutti gli strumenti a loro disposizione per cercare di fermare il massacro e per sostenere quanti soffrono a causa della guerra. L’Europa non può e non deve venire meno al ruolo che la sua storia culturale e spirituale le assegnano. È la terra dell’umanesimo e della dignità umana. In un momento così tragico non può e non deve dimenticarlo.

In quarto luogo, un appello alla comunità internazionale tutta, affinché si mobiliti senza distinzioni e con coraggio per fermare la guerra e facilitare la pace, senza dimenticare i tanti conflitti che insanguinano il nostro mondo senza che nessuno ne parli.

In quinto luogo, un appello alle Chiese cristiane, d’Occidente e d’Oriente, affinché condannino in maniera chiara e netta la guerra senza cedere alla tentazione di calcoli di convenienza o di opportunità.

Da ultimo, un appello al governo e al popolo russo, affinché riconoscano che la passata grandezza della Russia non sta nell’estensione del suo impero, ma nella profondità della sua produzione culturale e spirituale, autentico patrimonio dell’umanità. La patria di giganti come Dostoevskij e Florenskij potrà recuperare la sua grandezza e il suo orgoglio se saprà tornare allo spirito di questi suoi figli, che hanno saputo dare voce alle profondità dello spirito umano.

Governo, popolo e Chiese della Russia, non tradite voi stessi e fermate subito un massacro folle e indegno di voi e della vostra grande storia.

La direzione e la redazione di
Munera. Rivista europea di cultura

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