Munera 2/2022 – Iolanda Piccinini, Marco Isceri >> Intelligenza artificiale, lavoro e futuro del Sindacato. Brevi riflessioni

L’era della digitalizzazione e la connessa dematerializzazione del lavoro umano sono portatrici di questioni cruciali per il giuslavorista: la velocità dei cambiamenti, talora nel senso della sostituzione, talaltra in quello dell’interazione, nel rapporto uomo-macchina; i problemi di qualificazione e disciplina; la necessità di un approccio multidisciplinare di regolamentazione; la tendenza espansiva del Diritto del lavoro “oltre” la subordinazione, per citare i più rilevanti.

I profili che interessano il Diritto del lavoro sono molteplici e si estendono anche alla dimensione europea, come testimoniano sia il Next Generation Eu, sia l’European Pillar of Social Rights sia, infine, l’Agenda sociale europea.

Il World Economic Forum aveva avvertito che non ci sarebbe stato un «periodo più promettente o potenzialmente pericoloso», riferendosi, quanto all’elemento “promettente”, alla crescita economica e, venendo al “pericoloso”, al probabile sconvolgimento del mercato del lavoro che avrebbe potuto produrre «nuove disuguaglianze e fossilizzazione sui ruoli».

La digitalizzazione è stata in grado di innalzare i livelli generali di reddito, ma anche di produrre effetti distorsivi per il lavoro e la persona. Infatti, nel Libro bianco del 2020 della Commissione Europea si legge: «Il coinvolgimento delle parti sociali sarà un fattore cruciale per garantire un approccio antropocentrico all’IA sul lavoro».

Le prospettive delle relazioni sindacali e della stessa rappresentanza sono numerose: si pensi ai nuovi contenuti di un Sindacato negoziatore, chiamato a contrattare il rapporto di lavoro tramite piattaforma digitale o da remoto oppure a stipulare accordi di welfare aziendale; si pensi, inoltre, al ruolo del Sindacato quale interlocutore privilegiato per la prevenzione dei rischi da ignoto tecnologico e da tecno-stress, per assistere e formare i dipendenti per un loro upskilling e reskilling, per controllare e vigilare sul funzionamento degli algoritmi e per la tutela della privacy dei lavoratori; si pensi, altresì, a nuove modalità di conflitto collettivo; si pensi, infine, a una nuova funzione del Sindacato quale agente processuale, per una più efficace tutela giurisdizionale dell’interesse collettivo e di quelli individuali dei lavoratori.

Del resto, è noto che il contratto collettivo svolge sempre meno la tradizionale funzione di una contrattazione acquisitiva di miglioramenti economici, mentre si trova spesso ad amministrare rischi e crisi, distribuendo sacrifici e flessibilizzando le tutele. In effetti, da decenni, l’accordo collettivo tende ad essere sempre meno disciplina di rapporti individuali, quanto più concretamente e direttamente gestione di interessi collettivi. Soprattutto in un futuro – come quello che oggi è già presente – il Sindacato è chiamato a riscoprire e rilanciare le sue funzioni.

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