Munera 2/2019 – Ghislain Lafont >> La pazienza di Dio

Vorrei condividere alcune impressioni suscitate dalla lettura dell’esortazione apostolica Gaudete et Exsultate di papa Francesco.  Ho letto parecchie volte il testo, l’ho meditato. Sono stato innanzitutto sorpreso dal titolo: Gaudete et exsultate: Gaudete et exsultate. Ora, se lo colleghiamo a quello dei documenti precedenti emanati da papa Francesco (Evangelii Gaudium, Laudato si’, Amoris Laetitia), ci possiamo chiedere se nel pensiero di papa Francesco non sia presente un partito preso a favore della gioia. La scelta di tali titoli sembra manifestare la volontà di presentare la fede cattolica in una luce positiva. Un cristianesimo luminoso, raggiante, solare.

Ma come è possibile? L’esperienza della vita non è invece cupa, triste, a volte disperata? Basta aprire i giornali per sapere che nel mondo tutto va male, fino ad arrivare alla nostra Chiesa, oggi disturbata dalla miseria di noi chierici che sta venendo alla luce. Disturbata anche dalle divisioni interne. Il Papa potrebbe dire, come Gesù in Luca 12,51: «Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra. No, vi dico, ma la divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque, si divideranno tre contro due e due contro tre». Quindi, tornando alla nostra questione, come e di che cosa rallegrarsi? Pur non essendo ingenuo di fronte alla drammatica congiuntura odierna (basta leggere la Laudato si’), il Papa fa mostra di una serenità che avevamo forse un po’ perduta dopo Giovanni XXIII, anche lui un uomo dalla pacifica chiaroveggenza. Quindi, i titoli in questione sarebbero forse l’annuncio di una nuova stagione, non soltanto per la teologia, ma anche per la spiritualità cristiana? Oppure si tratterebbe di un pezzo del tutto nuovo nell’itinerario che la Chiesa compie per appropriarsi della rivelazione, affidatole dall’inizio fino a oggi? Una nuova visione del cristianesimo?

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