La difesa di Acutis e la incomprensione della critica. Una risposta a Bruno Fasani


Negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli interventi che, scandalizzati dalle mie critiche alla figura di eucaristia che emerge dalle carte e dai siti internet che accompagnano la canonizzazione di Carlo Acutis, cercano non solo di difendere il giovane Carlo, ma di squalificare le mie parole, facendone la caricatura e arrivando non di rado all’insulto diretto. Sembra uno stile coerente: come forzano la figura di Carlo, appiattendolo su un modello di santo ottocentesco, così appiattiscono chi solleva obiezioni su una forma di “nemico” facilmente identificabile: protestantico, che nega la dottrina eucaristica, che spara col fucile, che si permette di insegnare. Insomma una messa in scena con i fiocchi. Questo è successo, nel 95% dei casi, con siti, gruppi, singoli soggetti dell’area, in senso lato, “tradizionalistica”. Come già era successo nei lunghi anni di dibattito sul MP Summorum Pontificum, questi gruppi e soggetti mi avevano riservato una discreta attenzione, sempre sopra le righe, come se fossi il loro persecutore. Ora le cose si sono aggiornate. Io sarei il persecutore del giovane santo: questo fa ancora più effetto, con tutte le variazioni del caso: un vecchio contro un ragazzo, un teologo contro un mistico, uno che parla contro uno che ha fatto esperienza, un peccatore contro un santo… Questo si capisce nei tradizionalisti, che vogliono in qualche maniera mettere il cappello sul giovane Carlo e non sopportano interferenze. Mi riesce più difficile capirlo in un giornale diocesano come “Verona fedele”, che prima di scrivere cose tanto forzate, e sopra le righe, dovrebbe pensare, documentarsi e poi pubblicare. Non è andata così a Bruno Fasani, che ha scritto un commento degno di un sito tradizionalista. Senza esitare, egli si inventa critiche che avrei rivolto alla dottrina eucaristica di cui Carlo sarebbe semplicemente un testimone. Se Fasani avesse letto davvero quei testi che cita, avrebbe capito che la mia critica riguardava e riguarda l’uso dei miracoli eucaristici con cui si confonde la dottrina eucaristica, a danno del giovane Carlo. Ma con un inizio ad effetto, Fasani parte dal Corpus Domini per dire che l’eucaristia è stata sempre importante per i santi degli ultimi secoli (e forse di tutti i secoli). Così pensa di aver creato lo sfondo migliore per dire, inventando tutto di sana pianta, che invece io nego la centralità della eucaristia, metto in dubbio non solo Carlo, ma tutti i santi moderni. Lasciarsi trascinare dalla foga non fa bene alla comunicazione: Fasani dimostra di non considerare il suo interlocutore, e mostra la tendenza a fargli dire quello che vuole lui, ma che io non ho mai detto. Forse il suo stile è proprio questo. In fondo è l’ideale del pugilato semplificato: avere un nemico fermo e con la guardia bassa. Io negherei la Transustanziazione, la Presenza reale, la centralità di Cristo e la sostituirei con quella della chiesa e del soggetto, forse del mondo. Sarebbe bello, per lui, che fosse così: a tutti piace vincere facile. Ma non è così: Bruno Fasani non può basarsi sui siti tradizionalisti, senza mettere la fonte e le virgolette. Perché tutto questo, come fanno loro, se lo è inventato e pensa di poterlo proporre come il mio pensiero, da cui si sente libero di trarre la conseguenza ultima: ma come fa questo Grillo ad avere libertà di insegnamento, se parla contro i santi e contro i sacramenti?

Nella sua stessa diocesi, purtroppo per lui, altri hanno letto lo stesso articolo, molto meglio di lui. Uno dei giovani teologi più limpidi e più capaci che abbiamo in Italia, Zeno Carra, ha letto lo stesso articolo che Fasani pensa di aver compreso così bene, e ha reagito in tutt’altro modo (il suo testo si può leggere qui), prendendo molto sul serio la questione che io sollevo, ossia un uso inadeguato dei miracoli eucaristici nel parlare su Carlo. Noi dobbiamo onorare l’eucaristia, sempre, ma non dovremo farlo puntando sui miracoli eucaristici, perché non aiutano il cammino di fede nella presenza del Signore nella sua Chiesa: tanto più quando abbiamo a che fare con un ragazzino di 14 anni. Consiglio perciò a Fasani di leggere che cosa ha scritto don Zeno Carra, un prete della sua stessa diocesi, per comprendere fino in fondo quanto distorta e quanto malevola è stata la maniera con cui ha pensato di entrare nella questione. Zeno Carra è un prete giovane, mentre Bruno Fasani dovrebbe avere maggiore esperienza. Avrei pensato più facile che fosse Zeno a reagire emotivamente, mentre da Fasani ci si sarebbe potuto attendere qualcosa di più saggio. Comunque, per capire la differenza tra dottrina eucaristica, che ho cercato di spiegare nel mio manuale sulla Eucaristia, e i miracoli eucaristici, dei quali non debbo parlare sul piano teologico, perché non fanno parte della dottrina eucaristica, sarebbe forse opportuno che la prossima volta in cui Fasani decide di scrivere sul tema, prima trovasse il tempo almeno per documentarsi. Forse il prof. Carra potrebbe offrirgli qualche dato aggiornato sul tema. Quando infine egli avrà compreso quale è il cuore della mia critica, potrà trattenersi dal parlare di “fucile puntato” e si asterrà dal pontificare, sulla base di quello che non ha capito, su che cosa io possa o non possa insegnare. Altrimenti si potrebbe pensare che Bruno Fasani, da prete, sia diventato un giornalista poco diligente e che, da giornalista, si sia abituato a dare troppo spago al ministero della chiacchiera senza rispetto.

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