Una lettera a Mons. Negri: la nostalgia antimodernista e violenta di una “societas perfecta”
Reverendo Padre,
Mons. Luigi Negri,
Di fronte al grave attentato che ha colpito la città di Manchester e i suoi figli la sua reazione è stata inusuale: scrivere una lettera direttamente alle vittime dimostra una reale “passione” per la questione e un profondo coinvolgimento nella vicenda. Forse è un aspetto che non ha bisogno di essere chiarito, ma è certo che lei non resta mai indifferente a ciò che le accade intorno. E questo è un buon segno.
Ma mi chiedo se davvero in questo testo, che evidentemente è scaturito in lei da una sovrabbondanza di sdegno, di dolore e di passione, non ci siano i segni di una comprensione gravemente ingiusta delle persone coinvolte, delle loro relazioni e del mondo intero che subisce tutto questo. Diversi sono i punti della sua lettera che mi hanno preoccupato e sui quali penso sia bene formulare alcune questioni. Lo dico soprattutto perché non si possa pensare che lei, esprimendo a caldo il suo sdegno, abbia davvero espresso la “visione cattolica” sul bene e sul male, sul mondo e sulla storia. Inizio con il riprendere la sua lettera, sottolineandone in grassetto i passi più gravemente problematici:
Carissimi figli,
mi sento di chiamarvi così anche se non vi conosco. Ma nelle lunghe ore di insonnia che hanno seguito l’annuncio di questo terribile attentato, in cui molti di voi hanno perso la vita e molti sono rimasti feriti, vi ho sentiti legati a me in un modo speciale.
Siete venuti al mondo, molte volte neanche desiderati, e nessuno vi ha dato delle «ragioni adeguate per vivere», come chiedeva il grande Bernanos alla generazione dei suoi adulti. Vi hanno messo nella società con due grandi princìpi: che potete fare quello che volete perché ogni vostro desiderio è un diritto; e l’importanza di avere il maggior numero di beni di consumo.
Siete cresciuti così, ritenendo ovvio che aveste tutto. E quando avevate qualche problema esistenziale – una volta si diceva così – e lo comunicavate ai vostri genitori, ai vostri adulti, c’era già pronta la seduta psicanalitica per risolvere questo problema. Si sono solo dimenticati di dirvi che c’è il Male. E il Male è una persona, non è una serie di forze o di energie. È una persona. Questa persona s’è acquattata lì durante il vostro concerto. E l’ala terribile della morte che porta con sé vi ha ghermito.
Figli miei, siete morti così, quasi senza ragioni come avevate vissuto. Non preoccupatevi, non vi hanno aiutato a vivere ma vi faranno un "ottimo" funerale in cui si esprimerà al massimo questa bolsa retorica laicista con tutte le autorità presenti - purtroppo anche quelle religiose - in piedi, silenziose. Naturalmente i vostri funerali saranno fatti all’aria aperta, anche per quelli che credono, perché ormai l’unico tempio è la natura.
Robespierre riderebbe perché neanche lui è arrivato a questa fantasia. Del resto nelle chiese non si fanno più funerali perché, come dice acutamente il cardinale Sarah, nelle chiese cattoliche ormai si celebrano i funerali di Dio. Non dimenticheranno di mettervi sui marciapiedi i vostri peluche, i ricordi della vostra infanzia, della vostra prima giovinezza. E poi tutto sarà archiviato nella retorica di chi non ha niente da dire di fronte alle tragedie perché non ha niente da dire di fronte alla vita.
Io spero che almeno qualcuno di questi guru – culturali, politici e religiosi - in questa situazione trattenga le parole e non ci investa con i soliti discorsi per dire che «non è una guerra di religione», che «la religione per sua natura è aperta al dialogo e alla comprensione». Ecco, io mi auguro che ci sia un momento silenzioso di rispetto. Innanzitutto per le vostre vite falciate dall’odio del demonio, ma anche per la verità. Perché gli adulti dovrebbero innanzitutto avere rispetto per la verità. Possono non servirla ma devono averne rispetto.
Io comunque, che sono un vecchio vescovo che crede ancora in Dio, in Cristo e nella Chiesa, celebrerò la messa per tutti voi il giorno del vostro funerale perché dall’altra parte – quale che siano state le vostre pratiche religiose – incontriate il volto carissimo della Madonna che, stringendovi nel suo abbraccio, vi consolerà di questa vita sprecata, non per colpa vostra ma per colpa dei vostri adulti.
* Arcivescovo di Ferrara-Comacchio
L’attacco del testo è del tutto disarmante: come può un Vescovo dire alle vittime di un attentato terroristico di essere “venute al mondo molte volte neanche desiderate?” e di non aver ricevuto dagli adulti le “ragioni per vivere”? Che ne sa, lei? La colpevolizzazione delle vittime è un fatto gravissimo. Capirei di più se avesse detto queste parole dei terroristi, ma delle vittime! Come se quei giovani si fossero meritata la morte atroce che li ha colti alla fine di un concerto. Questo mi pare il primo punto in cui la tradizione cristiana viene pesantemente smentita, contraddetta, negata: distinguere l’errore dall’errante, se vale per gli assassini, non dovrebbe valere a maggior ragione per le vittime? Come si fa a parlare di loro anzitutto per le colpe loro e dei loro padri? Risuona nell’orecchio la sprezzante reazione di fronte alle parole del “cieco nato”: o hai peccato tu, o i tuoi genitori. Ma questo è ciò che in Cristo dobbiamo superare, non confermare!
Ma andiamo avanti. Ciò in cui i padri delle vittime sarebbero peccatori Lei lo riassume in due principi: ogni desiderio è diritto e poter avere il maggior numero possibile di beni. Questo è un modo classico di parlare della “dittatura del relativismo”. Ma questi sono anche due punti che hanno profondamente cambiato la cultura civile ed economica del nostro tempo. E non solo in peggio. Ora, di fronte al fatto di Manchester, voler gettare addosso alle vittime una ricostruzione caricaturale e ideologica della loro forma di vita mi sembra un’altra cosa molto grave. Coloro che erano al concerto possono essere colpevolizzati solo per questo? Non vi è qui in atto un modo grossolano e violento con cui ci si permette di giudicare delle persone sulla base di una idealizzazione aggressiva di un “mondo diverso”, in cui diritti e e i beni apparivano “concessi dall’alto”? Questo è forse l’ideale cristiano? o non è altro che l’ombra lunga di una società gerarchica, chiusa e discriminante? Non c’è il rischio che un Vescovo, scivolando sui propri pregiudizi, finisca per giudicare le povere vittime con la stessa logica dei loro carnefici? Che si crei una alleanza sotterranea tra fondamentalismo islamico e fondamentalismo cattolico?
Ancora più grave, a me pare, è affermare che “siete morti senza ragione così come avete vissuto”. Questo è proprio disumano. Già un giudizio generale sulla cultura contemporanea che inclinasse a vederla come “priva di ragione” – solo perché non più sorretta da una ontologia forte – mi sembrerebbe ingiusto. Ma del tutto ingiusto, o più precisamente disumano, mi sembra attribuire direttamente ai soggetti colpiti quel giudizio che si è elaborato a proposito di una cultura e di un’epoca. Questo è assolutamente inaccettabile. Non solo per la fede cristiana e cattolica, ma per l’umanità stessa dell’uomo.
Tralasciando le considerazioni sulla natura sacralizzata e sui “funerali di Dio” che ormai si farebbero in Chiesa – in cui anche R. Sarah viene chiamato a sostegno di quello che non si può non chiamare un piccolo delirio – mi pare che definire “vite sprecate” le vite stroncate dalla violenza del terrorismo sia un’ultima, gravissima, affermazione. Senza rispetto e senza fede. Perché proprio la fede ci permette di riconoscere in ogni vita una luce, una forza, una verità. Che un Vescovo, sotto l’effetto di un comprensibile sdegno per l’irrompere della morte nel mondo, reagisca con parole così poco cristiane, è un fatto grave. Che si lasci trascinare dalla emozione e dalla passione proponendo una lettura il cui fondamentalismo rispetta così poco i soggetti da confondersi con quello che ne ha determinato la morte, questo mi pare davvero un errore quasi imperdonabile. Se il mondo è il luogo di una “cultura di morte” – secondo la facile diagnosi che piace tanto a tutti i reazionari – non riconoscere la dignità dei defunti, non ricordare che anzitutto i morti sono “senza peccato”, non rispettare la verità della morte per denunciare continuamente e senza posa la “morte della verità”, mi sembra un caso estremo di perdita di lucidità e di controtestimonianza cristiana. Non solo il sonno della ragione, ma anche il sonno della fede, genera mostri. In tutte le tradizioni. Per questo sono rimasto addolorato e ferito dalla lettera ai “carissimi figli”, che la sua interpretazione ideologica, spacciata per fede cattolica, non ha saputo né comprendere, né rispettare, né da vivi, né da morti.
Le porgo i miei saluti
Andrea Grillo
Grazie caro Andrea Grillo, per questa bella riflessione. Ancora più approfondita nel merito di quanto non abbia fatto io ieri. Spero che se ne riesca a discutere senza ideologismi. A presto.
http://francescoantonioli.it/2017/05/23/giovani-manchester-le-piccole-botteghe-degli-orrori-ecclesiali/
Caro Francesco,
ti sono grato della segnalazione e ancor più del fatto che, autonomamente, abbiamo ragionato sulla lettera di Mons. Negri con toni e argomenti molto simili. E ti ringrazio anche per aver aggiunto il riferimento al mio testo accanto al tuo. Credo che sia necessario marcare bene la differenza tra un approccio fondamentalista e violento e un approccio preoccupato ma aperto e che si sforza di distinguere le persone dalle loro condizioni culturali e dalle loro scelte esistenziali.
Ultimamente il buon Grillo mena a destra e a manca. Nessuno sfugge al suo terribile gessetto colorato. Da Ratzinger passando per Sarah finendo con Negri non ce n’è per nessuno.
Il Grillo ruggente, intonando “Imagine” è pronto a fare giustizia di tutti gli sporchi tradizionalisti, bigotti, pre-conciliari
Perché? Ha torto? Ha letto la lettera? O ha solo letto mittente e destinatario?
Sì ha torto, perchè stravolge la premessa e poi argomenta di conseguenza, ma non vale la pena argomentare…Perle ai porci, diceva un famoso personaggio pre-conciliare.
Però un po’ di sarcasmo non lo si nega mai a nessuno
Ci vorrebbe spiegare dove sta lo stravolgimento della premessa?
Lo spreco non era riferito alla morte violenta ma all’attuale vita secolarizzata di quelle che una volta erano le comunità cristiane e che oggi propongono ai giovani solo la soddisfazione edonistica : “Vi hanno messo nella società con due grandi princìpi: che potete fare quello che volete perché ogni vostro desiderio è un diritto; e l’importanza di avere il maggior numero di beni di consumo.”
Totalmente d’accordo con lei.
Anche io stamattina ho scritto una lettera a Negri
https://maioba2.blogspot.it/2017/05/la-gioia-e-sempre-di-dio-la-tristezza.html?m=1
Caro Grillo,
dopo aver letto le incredibili parole di Mons. Negri, già peraltro protagonista di interventi non dissimili, avevo pensato di scrivere a La NuovaBQ, sul cui sito l’intervento era stato pubblicato, per esprimere il mio sdegno per queste parole così grette e retrive. Ma lei è stato capace di dire meglio quanto mi frullava per la testa. Per questo la ringrazio di cuore, non senza domandarmi come un personaggio del genere abbia potuto assurgere alla dignità vescovile.
Caro Grillo mons.Negri ha colpito il bersaglio e questo vi da da fare un bel po vista la reazione.Potete arrampicarvi dove e come volete ma non sareste mai in grado di fare una analisi cosi reale in poche righe della tragedia che viviamo e stiamo facendo vivere ai nostri figli.proponiamo loro tutto cio che li allontana dalla verita’…”mons.Negri e’ un genio…..se lei fosse in buona fede avrebbe fatto notare ai lettori la parte fondamentale della lettera cioe’ che celebrera’ messa x loro….da questo proprio si nota l’ amore del vescovo che cerca di garantire loro l’ eternita stretti al Signore.le vostre sono chiacchiere dettate da ideologia proprio come i vostri libri.lasciamo che genitori,figli,educatori ,uomini che ricoprono cariche riflettano su cio che mons.Negri ha scritto e non siate voi intralcio a questo cammino …la prego
Tra dieci giorni esatti, monsignor Negri toglierà il disturbo. I cristiani di Ferrara avranno un altro vescovo e si accorgeranno che esistono mille altri modi migliori per essere Chiesa. Capiranno, forse, che l’esattezza dei concetti non dipende dalle parole più o meno roboanti e più o meno antipatiche che si usano per enunciarli. E forse si renderanno conto che i termini “ideologia”, “verità”, “nostri figli”, potrebbero essere usate anche con un po’ più di parsimonia, se non si vuole rischiare di passare per ridicoli dischi rotti.
Ricapitoliamo.
Prima si insultano dei ragazzini, sostenendo che la loro vita sarebbe stata vissuta senza ragione. Poi si insultano i loro familiari. Tutto questo per attaccare il relativismo cattivo. Nel 2017.
Però lui celebrerà messa per loro. Quindi è un genio.
Un bel tacer non fu mai scritto. Dal cosiddetto monsignor Negri e da chi lo sostiene ciecamente.
La lettera tracima esclusivamente ignoranza e astio per chiunque non la pensi come Negri e i suoi seguaci.
Una frase giusta, cara Albachiara, l’ha scritta: “le vostre sono chiacchiere dettate da ideologia proprio come i vostri libri”. Peccato abbia sbagliato soggetto.
Gentile pofessore
grazie per le sue parole, Mons. Negri è un disastro per la Chiesa italiana, purtroppo. Anche in questo caso credo che non succederà nulla e queste demenziale fesserie potranno circolare pacificamente, come già in passato, senza che si abbia il coraggio di chiamarle con il loro nome.
Altro che genio. Mi spiace ancor di più per le povere vittime, offese anche post mortem da questo fenomeno da baraccone.
Saluti
Stefano Zanetta
Gentile professore,
prendendo spunto dalla sua “critica” ad alcune espressioni del vescovo Negri, che condivido, mi sono sorte alcune domande che vorrei porgerLe.
1) A volte mi sembra che in alcuni teologi (come lei) ci sia un astio verso la cosiddetta “societas christiana” e verso la presenza “sociale” del cristianesimo. Mi chiedo: ma ci crediamo che Cristo rende più bella e più vera la vita dell’uomo o no? E se è così, perché non desiderare che la società, insieme di uomini, sia sempre più cristiana? Che male c’è?
2) Se una società, nella sua “establishment” (come si dice oggi) è di orientamento cristiano, il raggiungimento della santità personale sarà anche più facile. In questo senso credo vada letta l’espressione di Pio XII: “Dalla forma di una società, consona o no alle leggi divine, dipende e s’insinua anche il bene e il male nelle anime”.
3) La lettura anti societas christiana (mi passi questa formula) all’interno del mondo cattolico credo si basi su un malinteso, ossia che oggi esista una società neutra e senza gerarchie. Ma questo è un’assoluta ingenuità! Mai come oggi respiriamo una cultura fortemente individualista e mai come oggi siamo sotto la dittatura del grande capitale che crea in noi desideri che mai avremmo avuto, che ci fa credere “idiozie” che mai avremmo pensato (come l’ideologia gender) e che ci rende sempre più soli e quindi manipolabili! La nostra sì che è una società con le sue gerarchie, fortemente discriminante, attraverso la derisione di chi non si accoda o mediante il silenziamento totale di quei fatti ed informazioni che non vanno a genio ai “padroni del discorso”.
4) La dottrina sociale della Chiesa è l’unica che tiene in giusta considerazione le aspirazioni individuali e sociali: la persona si realizza nella società, società che non è un nemico, come per il liberalismo, né un leviatano come per il marxismo.
Professore, cosa ne pensa? Dov’è che sbaglio?
Non è astio. E’ senso della realtà.
Appunto realtà, con buona pace della profezia.
“Scegliendo di rinunciare alla storia umana come suo luogo, la teologia abdica anche dal proporsi come istanza profetica che si colloca tra l’istituzione della religione e quella della politica rispetto alla configurazione del potere. Così facendo essa si preclude, fin dagli inizi del moderno, la possibilità di essere soggetto autorevole e plausibile in quello spazio che, poi, andremo chiamando opinione/dibattito pubblico. Fatto che Prodi ha indicato come l’assordante silenzio dei teologi in tempi recenti, intorno a questioni che riguardano i fondamentali umanistici dell’uomo occidentale.
Fagocitata, anche per sua libera scelta, sul versante della storia sacra, irrelata all’effettiva vicenda dell’umano comune che vive concretamente, la teologia si è preclusa la possibilità di essere istanza efficace all’interno dello spazio pubblico europeo. Sulle questioni lì trattate la teologia sicuramente parla, ma lo fa da ultimo rivolgendosi meramente a se stessa – in un discorso separato, e protetto, che non ha più destinatari reali. Incapace di fare proprio quel “lessico civile” che la proietterebbe oltre una narcisistica auto-referenzialità, la teologia non è diventata solo silenziosamente assordante, ma anche insopportabile per lo stesso orecchio di una fede che non è più nella condizione di poter vivere nel lusso di una doppia e scissa cittadinanza.”
http://www.settimananews.it/profili/paolo-prodi-la-storia-luogo-teologico/
E senza difendere Negri che ci mancherebbe altro.
Gentile Albachiara,
non penso proprio che Mons. Negri sia un genio, anzi… Ma se anche lo fosse, la Chiesa non ha bisogno di geni, ma di pastori e di laici che sappiano guardare al tempo in cui è dato loro di vivere con rispetto ed amore. Nelle parole di Negri, purtroppo, non sono presenti nè l’uno nè l’altro. E’ solo un poveraccio di cui come Chiesa dovremmo vergognarci…
[…] Grillo, insegnante di Teologia, risponde alla lettera del vescovo Negri evidenziando i punti più critici e, a suo avviso, più contrari alla stessa dottrina […]
Io non credo che Mons. Negri sia un genio, ma nemmeno credo sia in malafede. Ho avuto modo di ascoltarlo diverse volte dal vivo, e mi sembra un vescovo con una grande passione per quello in cui crede. Questo non toglie che la sua visione della “verità cattolica” è soffocante, il suo taglio culturale conservatore è per me inascoltabile. Sarà anche in buona fede, ma questo “cattolicesimo duro”, da battaglia continua e permanente contro tutto e contro tutti, questa pretesa dell’esclusiva dell’unica interpretazione giusta della “verità” della Chiesa fanno venire il voltastomaco. per fortuna la Chiesa è Una, ma plurale, e ci sono altre voci e altri vescovi da seguire (a partire da quello di Roma).
Un vescovo quando parla si assume le sue responsabilità e speriamo che lo faccia “cum grano salis”. Il vescovo Negro a me pare che molte volte sia un po’ sopra le righe e in questa occasione, peraltro fuori dalla sua diocesi, non resiste alla tentazione e dice la sua con una lettera aperta.
Accusa i genitori che non hanno insegnato il male ai loro figli, che non gli hanno insegnato il sacrificio e che in fondo muoiono senza ragioni come hanno vissuto, il semplice fatto che parla di gente che non conosce lo qualifica.
Parla poi di un funerale fatto all’aperto e non in chiesa come se questo fosse il punto essenziale della questione e mi domando : “ ma Gesù ha mai celebrato in Chiesa?”. Sono il primo a preferire una messa in chiesa e non all’aria aperta (quasi fosse un rito alla natura) ma non mi sembra il contesto per rilevarlo eppure sembra proprio che il nostro Monsignore non abbia altro in mente infatti neanche accenna ad un atto di accusa contro i carnefici.
Rispettiamo il Monsignore ma sembra proprio che sia capace di parlare di rispetto della verità e che poi esprima molti giudizi, molte illazioni, varie vedute radicaliste, un bel po’ di conservatorismo ma poca verità.
Una messa, forse, varrebbe dirla anche per lui.
Non capisco perché questo sdegno nel celebrare l’eucarestia all’aperto. Da ragazza, ai campi scuola dell’Azione Cattolica, erano all’ordine del giorno… Devo essermi persa qualcosa nel rinnovamento della liturgia, perché, al tempo, mi si diceva che dove c’è l’Eucarestia e un popolo in preghiera…lì c’è Chiesa…
scusate: “Negri”
Grazie, avevo letto l’articolo di Mons. Negri da una chat, ero rimasto senza parole. Ora lei mia ha dato le parole da condividere sul quella chat. Non so se saranno capite, ma almeno un confronto, un dubbio spero possa nascere, non per demonizzare qualcuno, ma per crescere.
La lettera di questo monsignore è semplicemente DISUMANA e vergognosa. Come si permette di giudicare in modo sprezzante e offensivo dei poveri ragazzi, e addirittura le loro stesse vite – di cui nulla sapeva! – basandosi sulla loro partecipazione ad un concerto? E’ forse la partecipazione ad uno spettacolo musicale un segno di depravazione, di peccato, di immoralità? Ma questo monsignor Negri dove vive? Ma forse nemmeno Torquemada sarebbe arrivato a livelli simili di bigottismo fanatico. La realtà è che questi vescovi e papa Bergoglio sono espressione di una deriva autolesionista e inaccettabile della Chiesa cattolica di oggi, che ormai vede nell’Occidente solo laicismo, consumismo, secolarizzazione, ecc., e addirittura è disposta ad accettare le cose più aberranti, come il fondamentalismo islamico dilagante e assassino, o l’invasione di falsi profughi afro-islamici sponsorizzata dalle MAFIE, in quanto espressioni di popoli “poveri” e come tali “dotati di veri valori”. Il cristianesimo ridotto a “pauperismo”. Tutto ciò è semplicemente vergognoso, e le parole di questo vescovo sono talmente offensive e prive di un barlume di intelligenza, da aver suscitato solo reazioni sdegnate.
Grazie professore, ha espresso molto bene le perplessità di molti. Non è sempre facile saper intravedere nel linguaggio paternalistico le idee che si nascondono. In molti si ritrovano imbrigliati in nostalgiche rivendicazioni di superiorità che è bene smascherare per quello che sono.
Spero che la riforma avviata da papa Francesco ci liberi da questi condizionamenti.
Di fronte alla lettera di Negri, un vescovo, mi vergogno di essere cristiano e prete.
E sono veramente contento per la Chiesa di Ferrara che finalmente si libera di un tizio simile.
don Stefano
“Che si crei una alleanza sotterranea tra fondamentalismo islamico e fondamentalismo cattolico?”
Fondamentalismo cattolico? In realtà, non esistono organizzazioni terroristiche che si identificano con la religione cattolica.
I modernisti come Mr Grillo usano l’etichetta “fondamentalismo cattolico” solo per criminalizzare i fedeli cattolici che sanno distinguere il dialogo con i mussulmani in quanto persone dalla acritica cecità nei confronti delle distorsioni intrinseche di una religione falsa come quella islamica che fomenta violenza, in nome di un’ errata concezione ecumenismo .
Di fatto, i modernisti, che negano le fondazioni religiose del terrorismo islamico, sono i veri alleati del fondamentalismo islamico.
La lettera ha il limite dell’autoproclamazione. A mio avviso sa troppo di un “ve l’avevo detto” che non abbraccia il dolore e lo smarrimento che frantuma il tempo di tutti i genitori appena “orbati” dalla morte del loro più stretto “avvenire”. Questa è una mia considerazione personale che mi sembra indispensabile condividere con voi e con tutti i genitori che come me “sanno” di che vuoto siano fatti i primi tempi.
Lo strazio di un pezzo della tua carne e del tuo cuore che vedi annientato lo può comprendere soltanto chi una figlia o un figlio l’ha perso davvero. La carità e il rispetto se non il silenzio, dovrebbero cedere il posto, almeno per qualche tempo, ad un sentenziare sui principi che se proclamati senza misericordia, stonano, stordiscono e soprattutto non confortano.
[…] Andrea Grillo ha colpito ancora. Questa volta ha attaccato alcune riflessioni di S.E. Mons. Luigi Negri, Arcivescovo emerito di Ferrara, sull’attentato di Manchester, episodio gravissimo al quale ha fatto seguito la recentissima strage un Egitto [vedere i testi integrali QUI]. […]
Io rimango sbalordito nel notare che qui non pochi – ed anche Grillo stesso – hanno visto in questa “lettera” una sorta di contrapposizione tra “modernismo” e “anti-modernismo”. MA COSA C’ENTRA???? Ma possibile che chi si professa cattolico non capisca che questa “lettera” è una cosa orrenda, disumana, ma soprattutto totalmente priva di intelligenza (= capacità di capire il significato delle cose)? Ed è ancor più intollerabile se chi l’ha scritta è un vescovo, da cui ci si aspetterebbe carità cristiana, e sensibilità. Ma se a voi ammazzassero un figlio, un fratello, un nipote, ecc., cosa pensereste se al suo funerale il sacerdote o il vescovo dicessero che era una specie di essere inutile, venuto al mondo indesiderato, un debosciato abituato a soddisfare ogni desiderio, vissuto senza ragione, ecc., E SOLO PERCHE’ AVEVA PARTECIPATO AD UN CONCERTO MUSICALE!!! ma da quando in qua la partecipazione ad un concerto è – anche per la Chiesa cattolica – un fatto peccaminoso? Manco fossero stati uccisi nel corso di un’orgia! A parte il fatto che anche in quel caso carità impone di non giudicare, ma a me risulta che MILIONI di ragazzi e ragazze cattolici e cristiani assistano a film, spettacoli, concerti, ecc., e vi siano anche PRETI E SUORE . Mi risulta che religiosi come suor Cristina Scuccia, o – in passato – frate Cionfoli, fossero e siano cantanti a avessero preso parte a manifestazioni canore anche importanti. E allora? Ma possibile che ci sia qui gente che ancora non capisce che il problema non è il “relativismo”, il problema non è il “consumismo”, il problema sono certi “uomini di Chiesa” che farebbero inorridire anche un santo, con queste affermazioni assurde e abominevoli. Tra i ragazzi che assistevano a quel concerto potevano esserci anche persone del tutto religiose, studiosissime, magari tra quelli uccisi c’era un genio che avrebbe dato contributi fondamentali alla scienza, alla letteratura, ecc. CHI DA’ AL VESCOVO NEGRI IL DIRITTO DI INSULTARLO??? chi gli dà il diritto di affermare che era “vissuto inutilmente”??? Ma possibile che questi vescovi oggi non vedano in noi occidentali null’altro che depravati, atei che pensano solo a consumare e a riempirci la pancia, o a possedere beni??? Ma almeno vi siete resi conto che questo vescovo NON ha detto una sola volta che quella strage di Manchester l’ha fatta un CRIMINALE FONDAMENTALISTA ISLAMICO??? Ha tirato in ballo il “demonio”, il “Male”, ma ha evitato accuratamente di dire che la colpa è di un essere spregevole che si è imbottito di chiodi, viti, bulloni, e poi si è fatto esplodere ritenendo di obbedire al suo delirante “credo religioso”. Quella strage non l’ha fatta il “relativismo”, né il “consumismo”, quella strage l’ha fatta un fondamentalismo islamico contro il quale GIUSTAMENTE in passato cristiani, vescovi, papi, santi, si opposero fino alla morte, per difendere la Chiesa e il messaggio di Cristo. Mentre oggi abbiamo addirittura un papa che – dopo la strage di Charlie Hebdo a Parigi – evita accuratamente di denunciare il fondamentalismo islamico – ma arriva al punto di colpevolizzare le vittime, dicendo: “Ma se qualcuno offende mia mamma, ma poi si aspetti un pugno!”, in pratica insinuando che la colpa era degli autori delle vignette satiriche, e non del fanatismo cieco e bestiale degli assassini! E allora, se oggi ai vertici della Chiesa ci sono persone come papa Bergoglio o il vescovo Negri che – per un motivo o un altro poco importa – sono sempre pronti a minimizzare le atrocità di questi criminali, o a sottacerle, per ignavia o quieto vivere, e arrivano addirittura a colpevolizzare LE VITTIME, allora non ci si può meravigliare se il fondamentalismo islamico terrorista imperversa. Fatevene una ragione: NON è col buonismo o con il mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, che i malvagi, i fanatici, gli assassini verranno sconfitti. “Poiché non sei né caldo né freddo, io sto per vomitarti dalla mia bocca” (Apocalisse). Semmai molti “uomini di Chiesa”, anziché continuare a colpevolizzarci come “occidentali secolarizzati”, dovrebbero chiedersi perché LORO sono ormai tiepidi e insignificanti, oltre che accomodanti e ignavi verso tutto ciò che è apertamente e violentemente contro Cristo e la sua Chiesa.