L’incontro con Gesù


III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – A

Is 8,23 – 9,2; 1 Cor 1,10-13. 17; Mt 4, 12-23

Introduzione

Nel testo di Mt 4,12-25 (il brano di questa domenica si ferma al v. 23) abbiamo il vero e proprio inizio del racconto del Vangelo di Matteo con l’inaugurazione del ministero di Gesù dopo il battesimo e l’episodio delle tentazioni. Per noi che iniziamo il percorso del Tempo ordinario dell’anno A che ci accompagnerà attraverso le pagine di Matteo di domenica in domenica questo inizio ha un significato del tutto speciale: costituisce il nostro primo incontro con quel Gesù di cui ci riconosciamo discepoli e con il suo annuncio.

Il brano del profeta Isaia (Is 8,23 – 9,2) è stato scelto perché ripreso da Matteo nella “citazione di compimento” dei vv. 15-16. Non dobbiamo leggere la lettura del Primo Testamento solo come una profezia che si realizza con la venuta di Gesù, che ormai non ha più nessun valore. Matteo legge la storia alla loro luce e ci insegna a fare altrettanto. Anche noi oggi dobbiamo continuare quella stessa rilettura, come discepoli di Gesù, per leggere la nostra storia alla luce della Parola di Dio.

Il brano della Prima Lettera ai Corinzi (1 Cor 1,10-13. 17), che leggeremo nelle prossime domeniche in lettura semi-continua, solleva un problema centrale per la vita delle comunità cristiane, quello dell’unità. Tutti siamo discepoli unicamente di Cristo e chiunque svolga un ministero nella Chiesa deve sapere di dover condurre unicamente a lui. Gesù rimane l’unico maestro. Se nel brano evangelico possiamo leggere la storia del nostro incontro con Gesù, l’apostolo Paolo ci insegna a rimanere suoi discepoli e a vivere alla luce di quell’incontro fondante.

Commento

La prima cosa che ci viene presentata è l’annuncio di Gesù, l’inizio del suo insegnamento dopo la cattura di Giovanni Battista. Gesù predica la conversione e annuncia la vicinanza del Regno: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». La prima dimensione necessaria dell’incontro con lui è la conversione. Non è una novità quella che Gesù annuncia. Infatti, l’invito alla conversione è il messaggio di tutti i profeti che richiamavano il popolo ad abbandonare gli idoli e a seguire il Signore. Anche l’annuncio di Giovanni Battista è il medesimo (cf. Mt 3,2). Ebbene la prima dimensione che ci si pone davanti nell’incontro con Gesù è proprio quella della conversione. Non si può essere suoi discepoli se non vivendo in profondità la conversione a Dio e il rifiuto di ogni forma di idolatria. Tale conversione può essere paragonata ad un grande terremoto che sconvolge un certo modo di pensare ed agire soprattutto il rapporto con Dio.

Il secondo aspetto dell’annuncio di Gesù, anch’esso condiviso con quello dei profeti e di Giovanni Battista, è l’annuncio del Regno. Incontrando Gesù si è messi davanti all’urgenza di una scelta definitiva e radicale: essere in sintonia o no con il compimento che attende la storia dell’umanità e che è fin dall’origine il compimento del sogno di Dio su di essa.

Subito dopo la descrizione del messaggio di Gesù, Matteo ci presenta la chiamata dei primi discepoli. Due coppie di fratelli che svolgevano il medesimo lavoro di pescatori presso il lago di Galilea. In essi noi potremmo vedere come il modello dell’incontro tra annuncio di Gesù e l’esistenza concreta di un uomo o una donna.

L’incontro con Gesù avviene nei luoghi della vita di ogni giorno: il luogo del lavoro, dello scambio, dei rapporti. Siamo lungo il mare di Galilea, dove si svolgeva gran parte della vita sociale ed economica dei villaggi della regione. L’incontro avviene nel tempo dell’occupazione e del lavoro.

A questo punto abbiamo la reazione immediata dei primi due discepoli. Essi, abbandonate le reti, che stavano gettando in mare, seguono Gesù. In questo primo incontro si usa per la prima volte in Matteo un verbo molto importante che ha un chiaro significato teologico: “seguire”. Nel Vangelo di Matteo questo verbo comparirà per 25 volte e verrà usato in modo particolare per parlare della sequela di Gesù. Ciò che si sottolinea molto in questa sequela che inizia per Pietro e Andrea è la prontezza della risposta: è il riflesso della vicinanza del Regno che Gesù annuncia. Di fronte ad un tale annuncio la risposta non può che essere immediata. Quella di Gesù è una proposta così radicale che non ammette tentennamenti o compromessi. Matteo di questo primo incontro sottolinea anche che tale sequela comporta un distacco e ai tempi di Gesù sul lago di Galilea non era un bene da poco l’attrezzatura per la pesca. È il volto concreto di quella conversione che Gesù annuncia e che prende carne nell’esistenza dei primi discepoli.

Ma poco oltre c’è un altro incontro, ancora con due fratelli: Giovanni e Giacomo, i figli di Zebedeo. Anche a loro Gesù si rivolge con il medesimo invito alla sequela. La risposta è la medesima di Andrea a Pietro: immediata. In questo secondo incontro si sottolinea un altro aspetto della conversione: il distacco dagli affetti. Ai tempi della comunità di Matteo non era cosa rara che per seguire Gesù si dovesse lasciare, anche in modo traumatico, i propri affetti familiari. Così Matteo sottolinea che Giovanni e Giacomo lasciano il padre Zebedeo, quando Gesù li chiama.

Conclusione

Questi due incontri divengono come l’icona dell’incontro con Gesù di ogni discepolo e mostrano le conseguenze nella vita personale degli uomini e delle donne dell’annuncio fondamentale di Gesù: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». C’è una conversione necessaria di fronte ad ogni incontro con Gesù e c’è un’urgenza che occorre saper cogliere e che è dovuta al fatto che in lui il Regno di Dio si è fatto vicinissimo. È una storia che continua quella che Matteo ci narra. Una storia iniziata là, sulle rive del Mare di Galilea, e che chiede di continuare nella nostra vita.

 

Matteo Ferrari, monaco di Camaldoli

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