L’acqua appartiene alla vita, anzi è la vita stessa poiché ne contiene il germe. Certamente, la biochimica studia e ricostruisce tutti i processi del mondo vitale, ma resta inevaso l’interrogativo radicale sull’origine di ogni possibilità di processo: come è possibile il passaggio dalla semplice “materia” alla ricchezza contenuta nella parola “vita”?
Nell’enciclica Laudato si’ la coappartenenza di materia e spirito è affermata con il vigore critico proprio di chi ha vissuto la temperie culturale e socio-politica latino-americana degli anni Sessanta e Settanta. In particolare, parole significative sono dedicate all’acqua:
«L’acqua potabile pulita rappresenta una questione di primaria importanza, poiché è indispensabile per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici. […] Un problema particolarmente serio è quello della qualità dell’acqua disponibile per i poveri, che provoca molte morti ogni giorno. […] Mentre la qualità disponibile peggiora costantemente, in alcuni luoghi avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa, trasformandola in merce soggetta alle leggi del mercato» (nn. 28-30).
Qui vengono sintetizzati i due temi affrontati nel contributo: il legame tra questa risorsa e la realtà della vita, che va oltre la sua materialità biologica, e il profilo giuridico strettamente connesso all’interpretazione economica dei beni comuni, dei quali l’acqua è un esempio peculiare.