Munera 3/2014 – Fulvio De Giorgi >> Paolo VI, dal Concilio a Francesco

Il Vaticano II si confrontò seriamente con il moderno, anzi lo seppe assumere, secondo la sensibilità di Paolo VI. Non ridusse cioè la Chiesa alla modernità, ma accolse tutte le aperture e i valori dell’umanesimo moderno e, insieme, mirò a esprimere – con linguaggio moderno – la “differenza cristiana” che contraddice ogni civiltà umana, dunque anche la civiltà moderna, perché punta a trascendere ogni orizzonte terrestre per ritrovare nella dimensione spirituale soprannaturale il fondamento della carità.

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