Munera 1/2017 – Nicola Cargnoni >> Fai bei sogni. La madre, i mostri e l’immaginario nell’ultimo film di Marco Bellocchio

Se si dovesse entrare in sala per vedere Fai bei sogni senza sapere che si tratta di un film di Marco Bellocchio, si capirebbe chi sia il regista nei primi cinque minuti. La figura femminile/materna che scompare e che tuttavia è sempre presente come un fantasma demoniaco, alimentando le tensioni e le ossessioni di un uomo privato dell’affetto più ancestrale. Le suore irrompono nell’inquadratura, pur rimanendone ai margini, proprio come la presenza della religione, più meno latente, entra nella cinematografia di Bellocchio, che spesso ha messo questa conflittualità al centro dei propri film. I movimenti marziali del padre e delle altre “ombre” che si muovono da una stanza all’altra della casa nella notte in cui avviene il misfatto. E le scene che ritraggono una religiosità maldestra e cupa.

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