Il Messaggero Umbria - 04.02.2007
Donne super anche negli affari
Sono più pratiche degli uomini e la spiegazione sta tutta nel cervello
E' uscito il libro del prof. Lanfranco Rosati 'Ripartire da zero. Le spinte emozionali e sociali (pagine 104, euro 11; editore Morlacchi di Perugia). Si tratta di un lavoro che su aggiunge ad un precedente agile saggio (“La scatola magica”) che non soltanto dà conto della struttura del nostro cervello, soprattutto dà ragione del valore che nella relazione tra le persone ha la carica emozionale, la forza del cuore, indispensabili nei processi di formazione e di apprendimento fin dalle prime età. Nel libro sono affrontati inoltre, in termini neurobiologici, i grandi temi dell'amore, della coscienza, dell'anima Ecco alcuni stralci.
Ho avuto modo di dichiarare il cervello come il pilota automatico del comportamento umano. Tanto è vero che le applicazioni alle cose del mondo, non soltanto nell'impegno conoscitivo, ma anche nelle situazioni di operatività, inducono a sostenere che le forme di applicazione in effetti sono infinite. Non ultima è quella che poggiando sulla produzione di esterogeni, tipici del comportamento femminile, una volta attivato il pilota automatico davanti al denaro, ha visto attribuire alla donna più potere rispetto all'uomo che sembra, invece, privilegiare più l'aspetto razionale che quello emozionale, quest'ultimo maggiormente evidente nella donna. Certamente, come gli studi più recenti confermano, nel campo degli affari le differenze appaiono notevoli. Le donne adottano strategie cerebrali particolari per raggiungere più efficacementeunobiettivo, appunto perché adottano un atteggiamento empatico che consente alle stesse addirittura di meglio mettersi nei panni dell'altro, così da riuscire a concludere un affare prima e meglio dell'uomo. Queste notazioni danno ragione di uno specifico campo di applicazione, quando si parla di denaro e di affari, che è la 'neuroeconomia', quindi l'applicazione vera e propria dei risultati derivanti dagli studi sul cervello all'economia, similmente alle determinanti che gli stessi andranno ad assumere in situazioni educative, alimentando perciò a buon titolo una specie di 'neurodidattica' verso la quale sembra adesso orientarsi l'interesse degli operatori della formazione. Insomma se le scelte più razionali derivano nell'uomo dalle attività che sono mosse dalla corteccia prefrontale, dove hanno sede le attività cognitive nelle donne l'area deputata alle emozioni è la prima ad attivarsi, così da diffondere la suggestione che le donne riescano meglio degli uomini in intelligenti attività relazionali o, detto in sintesi, siano più intelligenti degli uomini. La materia non è ancora scientificamente definita, ma le ricerche su campioni circoscritti inducono a queste conclusioni che debbono pur tuttavia essere avvalorate o smentite. Una cosa, comunque, è certa: il pilota automatico regola i comportamenti individuali lasciando inalterati i caratteri e le differenze di genere che non si traducono mai in forme di inferiorità o di superiorità di uno dei sessi, ma segnalano la diversità degli stili cognitivi tra uomo e donna. Questo disomorfismo, in buona sostanza non vuole legittimare disuguaglianze sociali, quantunque implichi fattori esclusivamente culturali. Casomai dice qualcosa di più sulla influenza dell'ambiente perfino nelle attività svolte dal cervello. Anche in siffatti casi, ad ogni buon fine, rappresenta la valvola di sicurezza che conduce ad una armonica convivenza nella vita di coppia. Il pilota automatico, o se si vuole la scatola magica che in precedenza abbiamo cercato di esaminare in profondità, alla ricerca di ciò che la mente custodisce adesso ci si svela con tutta la sua forza, soprattutto nella relazione io mondo; se difatti ci autorizza a riconoscere 'le porte sul mondo' che orientano e regolano ogni nostra attività non soltanto di carattere materiale, ma anche i sentimenti che consentono di migliorare le relazioni interpersonali e che aprono essi stessi all'imponderabile e all'oltremondano ogni qualvolta le radici biologiche del nostro comportamento rivelano tutta la loro insufficienza e limitatezza. Un fatto è certo: il pilota automatico non comporta distinzioni di sesso né funziona meglio nell'uomo piuttosto che nella donna e viceversa. Le differenze si traducono difatti in elementi di valore, né paiono giustificare forme di dominio o di oppressione tra i sessi se la cultura, nel rispetto delle differenze biologiche e cerebrali, assume come unico parametro e valore la coscienza. Come sostiene più da vicino Goleman, già ricordato riguardo all'intelligenza emozionale, quella che egli chiama 'intelligenza sociale' è ugualmente il portato del pilota automatico che, grazie ai neuroni specchio, si proietta sull'altro e consente di percepire sia il movimento che l'altro sta per compiere sia secerne dopamina che è una sostanza volta a procurare piacere ed una perfetta intesa tra le parti in causa, soprattutto sia nell' uomo che nella donna. Le proiezioni nervose oculari, lo sguardo insistito e incrociato tra le persone, stimolano la corteccia cerebrale e inducono le labbra ad unirsi. Quando infatti gli sguardi si incontrano la corteccia orbifrontale dell'uno e dell'altro soggetto entrano in collegamento diretto, neurone per neurone, tre grandi regioni del cervello: la corteccia o cervello pensante, l'amigdala dalla quale hanno origine le reazioni emotive, la radice del cervello, cioè le zone rettiliane in cui nascono le reazioni automatiche'. Gli anni Novanta del secolo appena concluso hanno visto fiorire una gran messe di studi sul cervello. Oggi possiamo dire, a buona ragione, che conosciamo tutte le aree della scatola magica, sia quelle localizzate nell'emisfero sinistro, sia quelle bilaterali, cioè presenti in entrambi gli emisferi.