Sostenuto da una singolare finezza di spirito, che di tanto in tanto si fa pure voce attraverso il passo leggero e penetrante della poesia, il testo ci dona una riflessione intensa e felice sull’autunno del prete, sul tempo della sua vecchiaia. Attingendo al pozzo mai abbandonato della Scrittura e della sua esperienza personale, l’autore pone bene in luce che cosa avanza – nel duplice senso di ciò che resta e di ciò che resiste – nell’esistenza di un prete dopo lunghi anni spesi nel ministero: l’amore per ogni colore della vita, fonte di vera saggezza, la verità delle relazioni, ora sempre più reciproche e autentiche, una sensibilità più acuta per la tenerezza, la misericordia, la lentezza, feritoie attraverso le quali provare a immaginare e comunicare con inedita sorpresa il volto di quel Dio che ci attende oltre l’ultima soglia.
Informazioni sull'autore
Angelo Casati, presbitero della diocesi di Milano, dopo aver insegnato nei seminari diocesani, ha esercitato il suo ministero a Busto Arsizio, a Lecco e per più di vent’anni nella parrocchia di S. Giovanni in Laterano a Milano. Tra le ultime sue pubblicazioni, «Ospitando libertà» (2010) e «Incontri con Gesù» (2010).