Il Sinodo Straordinario del 1985 ha dichiarato «l’ecclesiologia di comunione come l’idea centrale del Concilio Vaticano II». Con questa affermazione la recezione conciliare ha subìto una svolta decisiva perché da quel momento in poi il Vaticano II è stato interpretato attraverso quella categoria ermeneutica. Questa ricerca ha voluto verificare la fedeltà di tale definizione dell’ecclesiologia conciliare, interrogando sia il Concilio che i due periodi di recezione. Ciò che abbiamo rilevato è che sia il Vaticano II che il primo periodo di recezione non hanno manifestato la preferenza della “communio” rispetto ad altre. Il Vaticano II tra le categorie e le immagini di Chiesa più significative ha preferito quella di “popolo di Dio”. Il postconcilio invece fu impegnato nell’applicazione del “corpus conciliare” per cui non si preoccupò di elaborare una categoria ecclesiologica conciliare. L’auspicio è che si possa ripartire dai testi conciliari per effettuare una ermeneutica e recezione sempre più fedeli al Concilio e al vissuto delle Chiese locali.