Gesù Cristo, colui che è «l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il principio e la fine» della storia (Ap 22,13), dona sempre motivi per sperare e contenuti alla nostra speranza. Questo significa che anche il nostro tempo è gravido di prospettive, nonostante le derive nichilistiche che ritengono inutile il senso del tempo e della storia, il senso del futuro. Il tempo, infatti, è abitato da Dio; esso è stato ‘conquistato’ dalla pienezza per il dono della presenza di Gesù Cristo, morto e risorto. Il tempo è gravido di momenti favorevoli in cui vivere secondo il ritmo della speranza che apre al futuro; e quanto si realizza in esso è decisivo per la pienezza ultima, per il futuro assoluto e definitivo. I credenti in Cristo vivono secondo questa convinzione originaria e originale e in relazione ad essa qualificano la loro esperienza storica, testimoniando così che il futuro della storia non è da pensare secondo un orizzonte utopico, ma secondo un orizzonte personalizzato che porta il nome e il volto di Gesù Cristo, crocifisso e risorto.
Informazioni sull'autore
Giovanni Ancona insegna Teologia dogmatica alla Pontificia Università Urbaniana e alla Pontificia Università Lateranense. È direttore della rivista «Euntes docete» e membro del Comitato scientifico della Rivista «Ad gentes». Collabora con molte riviste scientifiche su temi di antropologia teologica ed escatologia.