Munera 3/2020 – Gianluca Pastori >> Il ruolo degli Stati Uniti alla prova di COVID-19

La diffusione di COVID-19 pone una sfida importate agli Stati Uniti e impatta in un momento delicato della loro parabola storica e politica. Da alcuni anni, il paese sta attraversando una fase complessa, in cui le trasformazioni del panorama politico interno si saldano alla messa in discussione, sul piano internazionale, dell’“ordine liberale” che si è affermato nel corso del XX secolo e del quale gli Stati Uniti sono tradizionalmente il perno. Gli effetti sociali ed economici dell’epidemia rischiano di imprimere a questi processi svolte inattese, da una parte accelerando tendenze già in atto, dall’altra innescando dinamiche nuove e difficili da prevedere. Come in altre realtà, anche negli Stati Uniti la risposta all’emergenza è stata segnata da incertezze e tensioni, che nel contesto statunitense del paese hanno riportato alla luce questioni strutturali, legate, fra l’altro, al ruolo che dovrebbe avere la mano pubblica in economia e al rapporto che dovrebbe esistere fra governo federale e poteri locali. Parallelamente, i processi di dislocazione che la diffusione del virus ha innescato nel sistema internazionale rilanciano con forza gli interrogativi già sollevati riguardo al futuro del multilateralismo e dell’attuale sistema di interdipendenza politica ed economica. L’imminenza del voto presidenziale e la presenza alla Casa Bianca dell’ingombrante figura di Donald Trump (a sua volta causa ed effetto della crescente polarizzazione della vita politica nazionale) aggiungono al quadro un ulteriore elemento elementi di complessità, intrecciando questioni di breve e lungo periodo e sovrapponendo alle dinamiche strutturali le esigenze congiunturali di una campagna elettorale che, sebbene uscita dal cono di luce dell’informazione, prosegue comunque sottotraccia.

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