Chi, oggi, parla volentieri della morte, del giudizio, del paradiso, dell’inferno, del purgatorio, non solo nella predicazione e nella catechesi, ma perfino nella teologia? Eppure riflettere sui cosiddetti novissimi vuol dire fissare lo sguardo sull’aldilà per vivere il presente, il penultimo, alla luce dell’ultimo e del definitivo, senza dimenticare le brutture della storia, le sue contraddizioni, il peccato e il male. Significa pensare le realtà escatologiche non come delle “favole edificanti” per bambini o come dei racconti gotici che non fanno più paura a nessuno, ma come il contenuto della speranza di quanti attendono la venuta ultima di Cristo.
Informazioni sull'autore
Francesco Brancato è docente di Teologia Dogmatica allo Studio Teologico “S. Paolo” di Catania e alla Facoltà Teologica di Sicilia “S. Giovanni Evangelista” di Palermo. Collabora con diverse riviste teologiche e filosofiche e ha scritto su questioni di escatologia e di teologia della creazione.